Insulti sui social e Bonucci litiga col mental coach
Ferrarini invita Leo a un «bagno di umiltà» Il giocatore si dissocia: «Non mi rappresenta»

TREVISO. Il cartellino rosso lo ha preso in mano lui, stavolta. E ne ha espulsi oltre un centinaio. Mentre Leonardo Bonucci tocca il punto più basso della sua breve ma già molto travagliata avventura milanista, il suo “mental coach” trevigiano fa i conti con la valanga di odiatori da tastiera che danzano sulle macerie. E lui li elimina dalla propria pagina Facebook usando termini pesantissimi: «Siete dei vermi. Io con i parassiti non uso il dialogo, uso il veleno per farli fuori».
«Zero alibi», è la scritta che accompagna la foto - ovviamente di Bonucci, fascia di capitano in bell’evidenza - che fa da wall alla pagina Facebook di Ferrarini. Onori e oneri della visibilità: ora è il momento dei secondi. L’ex difensore della Juve nella vetrina social ci si è piazzato da solo, fa parte del personaggio: Facebook, Instagram, hashtag come stile di vita in continuo broadcasting. Ferrarini idem: ha cavalcato l’onda mediatica delle “motivazioni” ai campioni - da Toldo a Pogba - per crearsi un esercito di seguaci che ne apprezzano l’energia e la spinta psicologica (e ne frequentano le lezioni/riunioni a pagamento). Personaggi che dividono, entrambi, e la simbiosi pare forte anche adesso che Bonucci rotola - metaforicamente - nel fango. Il cartellino rosso rimediato domenica per la gomitata all’avversario (Rosi del Genoa, cinque punti di sutura al sopracciglio) ha scatenato gli “haters” contro Ferrarini, travolto da centinaia di post che ben presto hanno sconfinato dall’ironico al becero. E lui domenica sera si è sfogato in maniera durissima. «Legittimo criticare Bonucci - attacca Ferrarini - ma c’è un limite alla decenza. Sulla mia pagina trovo insulti a me, a Leonardo, a sua madre, a suo figlio. Non lo posso tollerare. Queste persone sono parassiti, e contro di loro serve il veleno. Ho eliminato oltre cento persone che sanno solo offendere. Mi fanno pena».
Ma la forza è nella testa, dice, e per questo Ferrarini guarda già avanti. Il rancore contro gli odiatori è transitorio, un battito di ciglia (anche se in realtà è un video di diciassette minuti) e via, si riparte con l’ottimismo. «Sono felice per questo momento di Bonucci», dice Ferrarini. E nella motivazione c’è tutta la sua filosofia: «È come un game-over, ora si riparte per diventare più forti di prima. Un bagno di umiltà credo che gli farà bene per lavorare di più e per crescere. Tutta la fama avuta al Milan è stata bella, ma non gli ha fatto bene. Ora è il momento più importante della sua carriera - conclude Ferrarini - perché i numeri uno imparano dalle sconfitte, non dalle vittorie. La sconfitta è un dono, un’opportunità meravigliosa». Mirabelli e Fassone difficilmente diranno parole del genere a Montella, ma questo è un altro discorso. Scherzi a parte, l’uscita di Ferrarini ha rimbombato forte, ieri pomeriggio, ed è stata ripresa da tutti i siti di informazione sportiva. E il finale è con giallo - non cartellino, stavolta - perché non sappiamo cosa abbia dato così fastidio a Bonucci tanto da spingerlo a twittare - a proposito di social - in serata: «Mi dissocio completamente da quanto è stato detto oggi da Alberto Ferrarini, che non corrisponde al mio pensiero». Rosso per il mental coach.
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