Istigazione all’odio: i tifosi della Pro Patria nei guai

MILANO. Rischia fino a tre anni di reclusione il gruppo di tifosi della Pro Patria che giovedì ha mandato su tutte le furie i giocatori di colore del Milan con cori razzisti. Gli agenti della Digos, coordinati dal pm Mirko Monti, stanno analizzando i filmati della partita - sospesa dopo il clamoroso gesto di Kevin Boateng, che ha scagliato il pallone contro il settore da cui provenivano i “buuh” a sfondo razzista - e provvederanno a denunciarli per violazione della Legge Mancino del ’93, che punisce chi istiga all’odio razziale. Risulta già indagato per questo reato un ventenne di Busto Arsizio, il quale, interrogato dagli investigatori, ha ammesso di aver preso parte alla gazzarra «perchè trascinato dagli amici». E anche loro finiranno presto nel registro degli indagati della Procura di Busto Arsizio. Il giovane è in possesso della (contestata dal mondo ultras) Tessera del Tifoso, istituita dell’ex ministro degli Interni Maroni per rendere più sicuri gli stadi; ha l’abbonamento della Pro Patria, anche se non sarebbe legato a gruppi di tifoseria organizzata della squadra bustocca. È incensurato, disoccupato, ed è stato il primo a essere incastrato dai filmati delle telecamere di videosorveglianza. Agli agenti ha raccontato di aver rivolto i cori contro i giocatori milanisti come El Shaarawy, Muntari e Boateng, insultando in particolare la fidanzata di quest’ultimo, Melissa Satta. Non sembra, però, che nel gruppo su cui si sta indagando siano presenti personaggi dalla spiccata fede politica (anche se l’estrema destra è presente nella tifoseria della Pro Patria). Non almeno tra coloro, e sono 5 o 6, identificati compiutamente dagli investigatori e che saranno interrogati molto presto. Oltre ad una condanna penale rischiano anche il Daspo, ovvero l’interdizione dagli stadi.
Intanto, mentre tifosi di colore saranno ospiti della Pro Patria in tribuna d'onore in occasione della prossima partita in casa con l'Alessandria, il 13 gennaio, e mentre la stessa società e il Comune annunciano di volersi costituire parte civile nel processo che verrà intentato contro i tifosi razzisti, il Milan ribadisce, con il suo presidente Silvio Berlusconi, che «in tutte le partite, anche internazionali, ove si verificassero episodi di questo genere, la squadra lascerà il campo».
Quanto a Boateng, dopo la telefonata di congratulazioni ricevuta dal patron, ha rilasciato un’intervista alla Cnn in cui ha annunciato: «Non importa quale partita sia, se amichevole, se internazionale o con la propria Nazionale, ma se fatti come quelli di Busto dovessero ripetersi, io me ne andrò ancora via dal campo di gioco».
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