Italiano squalificato perché offrì soldi

Carobbio ritenuto credibile. La telefonata a Turati costa cara
Di Stefano Edel

PADOVA. Dunque, Vincenzo Italiano per la giustizia sportiva è colpevole di tentato illecito. E, di conseguenza, il Calcio Padova, di cui era il capitano al momento dei fatti contestatigli, paga per responsabilità oggettiva. Morale: tre anni di squalifica al giocatore e - 2 in classifica per il club, da scontare nel torneo di serie B 2012/13.

Le motivazioni del verdetto. «... appare provato che, prima della gara, Italiano abbia contattato Turati (nella foto), all’epoca dei fatti calciatore del Grosseto, mentre questi si trovava in ritiro, offrendogli denaro in cambio della sconfitta. Turati ne parlò con Carobbio, all’epoca dei fatti calciatore del Grosseto, ma entrambi non diedero seguito alla proposta». Così scrive nella sua sentenza la Disciplinare in riferimento alla partita che ha portato al rinvio a giudizio del capitano biancoscudato e, conseguentemente, della società, giocata il 23 marzo 2010 in notturna allo stadio Euganeo e conclusasi 1-0 per i veneti. E aggiunge: «... rileva la Commissione che le dichiarazioni accusatorie credibili e coerenti di Carobbio trovano adeguato riscontro in quelle rilasciate alla Procura federale in data 12/3/2012 da Turati, il quale ha confermato di essere stato contattato telefonicamente da Italiano durante il ritiro prima della gara in questione, anche se ha cercato in qualche modo di attenuare la gravità delle richieste a lui rivolte dall’incolpato. Esistono inoltre numerosi riscontri logici evidenziati nel deferimento, tra i quali assume rilievo l’effettivo e confermato contatto telefonico tra due calciatori avversari in prossimità del giorno di svolgimento della gara tra le rispettive squadre, mentre non corrisponde a verità quanto sostenuto da Italiano in ordine alla posizione di classifica del Padova che, al momento dei fatti, era tutt’altro che tranquilla. In definitiva, Italiano ha posto in essere atti diretti e idonei ad alterare il regolare svolgimento e il risultato della gara senza raggiungere lo scopo a causa del rifiuto di Turati e Carobbio». Da qui la squalifica per il capitano e la penalizzazione del Padova.

Il premio-partita. Una delle frasi incriminate, che avrebbe costituito oggetto della telefonata fra i due ex compagni (e grandi amici) del Verona, sarebbe stata: «Se fai il bravo, poi ti dò un po’ del premio-partita in caso di (nostra) vittoria». Frase percepita chiaramente da Carobbio, che sedeva vicino a Turati sul pullman dei toscani, e che la rivela sia ai giudici di Cremona che agli 007 della Figc. Secondo il Padova e l’avvocato Mattia Grassani, che difende sia il giocatore che il club, questa frase non è mai stata pronunciata da Italiano. In realtà, sarebbe inserita nel dossier che lo riguarda a proposito dell’indagine di Cremona.

Le telefonate dopo l’audizione. Il capitano, che ieri si è fiondato a Bologna dalla Sicilia, dove sta trascorrendo le vacanze, per discutere con il legale il ricorso da presentare nelle prossime ore, avrebbe avuto il telefonino sotto controllo da mesi, ben prima dell’audizione davanti alla Procura federale del 28 marzo scorso, dove gli è stato contestato il tentato illecito. Ebbene, quel giorno, una volta uscito dagli uffici di via Po, a Roma, avrebbe parlato, oltrechè con la moglie, in due occasioni proprio con Turati, al quale avrebbe riassunto i contenuti dell’audizione a cui si era appena sottoposto.

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