Juventus, giocatori compatti Ok al taglio dello stipendio

Accordo tra calciatori e club che non pagherà quattro mensilità per 90 milioni Chiellini, Buffon e Bonucci in prima linea. Patto da ridiscutere in caso di ripartenza



Prima in classifica e ora la prima a tagliare gli stipendi. La Juventus affronta subito l’emergenza coronavirus, trovando l’accordo con i calciatori della prima squadra e il tecnico Sarri per risparmiare un terzo degli ingaggi previsti. «L’intesa prevede la riduzione dei compensi per un importo pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. Nelle prossime settimane – specifica la nota del club emessa ieri sera – saranno perfezionati gli accordi individuali con i tesserati. Gli effetti economici e finanziari derivanti dall’intesa raggiunta sono positivi per circa 90 milioni di euro sull’esercizio 2019/2020».

La proposta era stata concordata nei giorni scorsi dal presidente Andrea Agnelli, il direttore sportivo Fabio Paratici e il capitano Giorgio Chiellini, affiancato da Gigi Buffon e Leonardo Bonucci. Il segnale è forte, a maggior ragione nel momento in cui il calcio italiano si interroga su come e quando ripartiranno i campionati, e traccia anche la rotta per gli altri club. Domani Lega Serie A e associazione calciatori si devono incontrare per trovare un punto d’incontro sul congelamento degli stipendi: in Francia e in Inghilterra si parla di un taglio del 50%, mentre la Juve ha deciso di non pagare gli ultimi quattro mesi di questa stagione. E l’ha fatto in pieno accordo con i giocatori, dopo un patto nello spogliatoio che verrà ripagato in futuro con nuovi accordi contrattuali o bonus, a differenza del Barcellona dove la proposta dei dirigenti è stata respinta. Il risparmio di 90 milioni è concreto e salvifico per una Juve che si trova con i conti in profondo rosso: l’ultima semestrale ha registrato 50 milioni di passivo, mentre il debito al 31 dicembre 2019 è di 327 milioni e ora – secondo uno studio della Banca Imi – il club rischia una perdita di 110 milioni di euro tra diritti tv (45 milioni), ricavi da stadio (25) e sponsor (40) se non dovesse più giocare in campionato e in Champions. Il sacrificio è stato compreso da tutti.

Ronaldo rinuncerà a quasi dieci milioni di euro di netti, mentre Sarri ne perde due e giocatori come Bonucci, De Ligt, Douglas Costa, Dybala e Higuain subiranno un taglio di 2, 5 milioni di euro circa. «Desideriamo ringraziare i calciatori e l’allenatore per il senso di responsabilità dimostrato in un frangente difficile per tutti», specifica la società.

La Juve si è portata avanti, come se la stagione sportiva finisse qui e si è creata un paracadute per evitare brutte discese. Anche se una porta è stata lasciata aperta, in caso di ripartenza estiva. «Qualora le competizioni della stagione in corso riprendessero – dice – la Società e i tesserati negozieranno in buona fede eventuali integrazioni dei compensi sulla base della ripresa e dell’effettiva conclusione delle stesse».

In questo navigare a vista, però, c’è già un gesto preciso e un’indicazione chiara. «Dobbiamo affrontare una vera minaccia esistenziale – aveva scritto Andrea Agnelli, presidente dell’Eca, nei giorni scorsi –: nessuno è immune e il tempismo è essenziale. Mettere fine alle nostre preoccupazioni sarà la più grande sfida che il nostro gioco e il sistema calcio abbiano mai affrontata». —



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