La Danimarca è da favola L’Olanda vede le streghe

Van Persie un pesce fuor d’acqua, Robben e Sneijder mosci: l’Olanda cade di brutto, scivola alla prima curva e rischia già di andar fuori. Ha nemici in casa ed altri che ha allevato in casa. Come il...
Di Michele Spiezia
Denmark's Michael Krohn-Dehli (9) and teammates celebrate their 1-0 win during the Euro 2012 soccer championship Group B match between the Netherlands and Denmark in Kharkiv , Ukraine, Saturday, June 9, 2012. (AP Photo/Vadim Ghirda)
Denmark's Michael Krohn-Dehli (9) and teammates celebrate their 1-0 win during the Euro 2012 soccer championship Group B match between the Netherlands and Denmark in Kharkiv , Ukraine, Saturday, June 9, 2012. (AP Photo/Vadim Ghirda)

Van Persie un pesce fuor d’acqua, Robben e Sneijder mosci: l’Olanda cade di brutto, scivola alla prima curva e rischia già di andar fuori. Ha nemici in casa ed altri che ha allevato in casa. Come il 29enne manovale Krohn-Delhi, attaccante con un passato senza gloria nell’Ajax, che regala (su cross di Poulsen che gioca nell’Az) la vittoria alla Danimarca e la prima sorpresa degli Europei.

Svuotati d’energie a centrocampo, distratti e troppo larghi dietro, gli olandesi s’aggrappano ai solisti d’attacco ma le stelle oranje sono di luna storta. La Danimarca, speculare nell’atteggiamento tattico ma più coperta in mediana e più stretta in difesa - nonostante Kjaer - fatica poco nel contenere gli arancioni mettendoli in difficoltà con affondi che partono dagli esterni. L’Olanda è leziosa, Van Bommel e De Jong monocordi: senza ritmo e senza praterie, Snejider e Robben riescono quasi mai ad accendersi, tanto che Van Persie - il bomber più conteso d’Europa - preso da disperazione e frenesia, s’impappina per tre volte davanti al portiere danese.

La storia del primo tempo? L’Olanda è poco, a volte troppo poco, nonostante Robben colpisca un palo. Tira 14 volte ma non centra mai il bersaglio. La Danimarca è pratica, asciutta, tignosa. Aspetta l’avversario e poi si fionda in attacco. Tira 4 volte ma il coefficiente d’efficienza è elevato: Krohn-Delhi con un semplice cambio di passo manda gambe all’aria la coppia Heitinga-Vlaar e fredda Stekelenburg che si distende sul prato prima ancora che il danese miri al bersaglio. Fortuna sua che poi si riscatti ancora su Krohn-Delhi e poi su Bendtner. Nella ripresa la partita s’asciuga, diventa noiosa, ripetitiva: l’Olanda cerca di cambiare musica mai non è mai corale nello spartito. Van Persie è un fantasma, dimenticato dai compagni e affiancato troppo tardi da Huntelaar (pericoloso nell’unico lampo di Snejider che gli spalanca la porta) per un assalto disperato ma caotico e vano, chiuso tra le proteste per un rigore non dato. La Danimarca arretra ma pizzica con le folate di Poulsen perché Eriksen è etereo. Però basta e avanza per confezionare la prima sorpresa della manifestazione. Per i danesi un risultato da favola, l’Olanda si aggrappata alla scaramanzia (solo una volta perse all’esordio ma poi vinse il titolo, era Germania ’88) ma vede le streghe: con la Germania è già gara da dentro o fuori.

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