Le regole della guerra per imparare a vincere le paure

Dal karate al judo, passando dal teakwondo e dal kung fu Il maestro : «Il pubblico è adulto ma ci sono tanti bimbi»

PADOVA. Sono le arti di Marte, il dio della guerra: judo, karate, taekwondo, thai boxe, giusto per citarne alcune. Dalla mitologia hanno preso lo spirito che ne anima la pratica: quello di difendersi o riuscire vincitori in battaglia, sia essa contro un malintenzionato aggressivo o contro un demone interiore. Perché le arti marziali non sono solo discipline del corpo: sono anche, e in alcuni casi soprattutto, attività che da fisiche diventano spirituali, in una commistione senza soluzione di continuità tra mente e fisico. Data 1902 la nascita della Federazione Atletica Italiana, nata per disciplinare la lotta greco-romana e il sollevamento pesi; dal 2000 è la Fijlkam (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali) l’ente di riferimento, riconosciuta dal Coni. In realtà esiste una grande frammentazione di federazioni, soprattutto per tutte le discipline “minori” e non olimpiche. Ma quali sono le arti marziali più insegnate e praticate a Padova in questi ultimi anni? Si parte dai classici con il karate, nato in Giappone nelle isole Ryukyu. Ebbe origine dai metodi di combattimento indigeni e prevede la difesa a mani nude, senza l'ausilio di armi. Storico maestro padovano è Francesco Favaron, che insegna nella palestra New Athletic all’Arcella. «È una disciplina ancora molto praticata: il pubblico è di media adulto, dai 30 anni in su, ma non mancano i bambini», spiega Fulvio Papalia, che nella stessa struttura si occupa dei corsi di viet vo dao, arte marziale vietnamita visivamente molto simile al kung fu e molta ricca di tecniche (fa riferimento alla Fvvdi, Federazione Viet Vo Dao Italia). «Lo spirito è pedagogico: insegniamo ai nostri allievi a crescere, a migliorarsi e a diventare più forti fisicamente e mentalmente, per essere così più utili alla società», spiega Papalia. «Per i bambini è molto importante, perché possono imparare le regole attraverso il gioco: rimane così un imprinting importante anche se smettono di praticare la disciplina». Le ragioni per iniziare a praticare un’arte marziale sono svariate: l’autodifesa, la meditazione, il volersi tenere in forma, l’acquisizione della consapevolezza nell’uso della propria forza e delle proprie capacità. La palestra Fight Club di via Premuda, attiva dal 2010, ha pensato di concentrare nella sua struttura diverse discipline per accontentare i palati più diversi. Qui si può incontrare l’unico insegnante di jiu jitsu brasiliano della città, Michele Bovo. «È un’arte marziale che non richiede particolari abilità fisiche ed è adatta a qualsiasi età. Si basa sull’efficienza del proprio peso e leve naturali», spiega. Lo scopo è portare lo scontro al suolo, in modo che anche una persona piccola e fisicamente più debole possa difendersi da un potenziale assalitore più forte e robusto. «Ho 50 tra allievi e allieve, che apprezzano l’aspetto agonistico e di difesa personale di questa disciplina», conclude Bovo. Dal Brasile alla Corea, si passa al taekwondo, uno sport da combattimento a contatto pieno nato fra gli anni Cinquanta e Sessanta e basato principalmente sull'uso di tecniche di calcio: è l'arte marziale che conta il maggior numero di praticanti in tutto il mondo ed è disciplina olimpica insieme al judo. I vantaggi? si consuma molto perché prettamente aerobico, quindi garantisce un buon allenamento cardiorespiratorio. Molto diffuse, soprattutto tra i giovani, sono poi la kick boxing e la muay thai (o thai boxe). «Dai bambini dai 7 anni fino agli adulti di 50: ecco il target di queste due discipline, praticate soprattutto da maschi», sottolinea l’istruttore Gabriel Valenzuela. «Soffriamo un po’ della mancanza di piattaforme sulle quali far combattere i nostri atleti: un agonista dovrebbe avere la possibilità di avere degli incontri almeno una volta ogni mese e mezzo«. L’estrema frammentazione delle federazioni di riferimento in questo caso non aiuta, anzi. Negli ultimi anni ha fatto capolino tra tutte le varie arti marziali uno sport da combattimento che vuole metterle insieme tutte e in modo spettacolare: è l’Mma (Mixed Martial Art), scengografico per i suoi incontri che si svolgono all’interno di una gabbia. A Padova si può imparare con lo Shoot Team di Giuliano Pavan, che lo insegna da una decina d’anni nella palestra della scuola media Vivaldi di Montegrotto. Citazione a parte merita infine il krav maga: nato nell’ambiente militare israeliano, è un sistema di difesa personale istintivo che mutua molto dalle arti marziali ma che non ha regole: perché è la strada che non ne ha.

Annalisa Celeghin

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova