Litteri, il gol come marchio di fabbrica

Il Cittadella ha trovato in lui il bomber che cercava. «Vada per l’1-0 all’Alessandria, ma mi hanno annullato una rete che c’era»
Di Diego Zilio
PRANDI - FOTO PIRAN - CITTADELLA- CALCIO CITTADELLA- ALESSANDRIA esultanza litteri
PRANDI - FOTO PIRAN - CITTADELLA- CALCIO CITTADELLA- ALESSANDRIA esultanza litteri

CITTADELLA. Ai tempi della Ternana gli avevano affibbiato il soprannome di “bomber pacio” per le sue esultanze “pazze” ad ogni gol. Qui a Cittadella vien voglia di chiamarlo “Re Mida”, perché quello che tocca diventa oro. Prendete la partita di sabato contro l’Alessandria, che ha permesso ai granata di riportarsi in vetta alla classifica del girone A di Lega Pro. Quanti palloni degni di tal nome sono arrivati a Gianluca Litteri nell’area piemontese? Abbastanza pochi, nonostante la superiorità nel possesso palla esibita dagli uomini di Venturato. Uno, verrebbe da dire. E lui l’ha sfruttato da vero bomber: difesa del pallone con il fisico e fendente ad incrociare dove il portiere non poteva arrivare. Oro colato.

«Beh, mica del tutto vero» la replica dell’ariete granata. «Per la verità, ho avuto un’altra clamorosa occasione nel primo tempo, quando mi è stato annullato un gol per fuorigioco. E ho seri dubbi su quel fischio arbitrale, perché ero stato attento alla posizione di Morero, che mi controllava, ed ero in linea con lui quando è partita l’azione. Quella rete era da concedere». Messi i puntini sulle “i” è il caso, poi, di soffermarsi proprio sulla sua esultanza. Che, di fronte al pubblico del Tombolato, è stata tutt’altro che pazza. Dolce, piuttosto. Perché si è chiusa con l’abbraccio ad un tifoso speciale, a cui Litteri ha dedicato il suo quarto centro in campionato. «È Nicolò, ha 13 anni ed è il figlio della mia compagna Deborah. In realtà è come se fosse mio figlio, perché gli sono molto legato. Gioca nelle giovanili del Cittadella e aveva il permesso di stare a bordocampo come raccattapalle. Quando ho segnato, mi è venuto incontro e sono stato contento di trovarmelo lì».

Detto del suo lato paterno, il ritratto del puntero del Citta si completa con uno sfoggio di onestà, quando gli si chiede del contrasto fra Bobb e Iunco in occasione del rigore che poteva riaprire la partita. «Diciamo che non era un fallo clamoroso, ma il rigore poteva starci perché l’intervento è stato un po’ scomposto». Infine, c’è il lato generoso. Con tanto di elogio pubblico ad un compagno che, quelle parole, se le merita davvero. «Mattia Minesso ha sempre lavorato sodo in questi mesi, rimanendo zitto e non facendo mai alcuna polemica, anche se, ultimamente, non ha giocato spesso. Sono contento che sia stato lui a decidere l’incontro».

Una partita molto tattica fra due squadre attente a non scoprirsi, che, nel primo tempo, hanno regalato poche emozioni. «Ma l’atteggiamento dell’Alessandria più di tanto non ci ha stupito. Ci aspettavamo che rimanesse “bassa” e che provasse a ripartire in modo veloce. Abbiamo preparato questa sfida stando innanzitutto attenti a difenderci bene, proprio perché sapevamo che gli uomini di Gregucci sarebbero stati pronti a punirci alla minima disattenzione, soprattutto con Marras, che è un attaccante rapidissimo nel ribaltare il gioco. Alla fine l’abbiamo dominata sul piano del possesso palla, riuscendo a non concedere alcuna occasione nel primo tempo. Nella ripresa siamo passati in vantaggio, la gara si è aperta e abbiamo raccolto i frutti di quanto seminato. E, vi dirò, abbiamo realizzato il gol della vittoria soltanto al 92’, ma ho sempre avuto la sensazione che quella rete sarebbe arrivata».

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