Marcandella-Padova accordo sino al 2020

PADOVA. Bisogna avere fiuto per le scelte. E Davide Marcandella ha mostrato di possederlo. Certo, da solo non basta, serve anche un po’ di fortuna, altra dote che all’attaccante biancoscudato non ha fatto difetto. Nelle scelte, beninteso, perché se parliamo di infortuni, allora è meglio lasciar stare, vista la serie di acciacchi che hanno tormentato finora il giovane di Mestrino. Ma in un momento come questo Marcandella non ci vuole nemmeno pensare. Adesso vuole godersi il rinnovo contrattuale sino al 2020, sottoscritto ieri mattina nella sede di viale Rocco. Il Padova mette un altro tassello alla conferma in blocco della rosa che sta dominando l’attuale campionato e ora all’appello mancano soltanto i due “vecchietti” Trevisan e Pinzi, oltre all’infortunato Madonna.
E dire che Marcandella non aveva nemmeno il contratto in scadenza, ma il Padova ha preferito blindarlo, mostrando di voler puntare su di lui anche per un futuro che, se tutto dovesse andare per il verso giusto, dovrebbe essere in una categoria superiore. Il rinnovo è sicuramente il riconoscimento migliore per un ragazzo che poco meno di 4 anni fa ha dato prova con i fatti di credere a scatola chiusa nel nuovo progetto societario. Riavvolgiamo il nastro, senza dover spiegare quello che successe nella disastrosa estate 2014. Marcandella aveva davanti a sé due opzioni: accettare la corte di una Primavera, come la maggior parte dei suoi compagni degli Allievi, o ripartire dalla Juniores del Padova, con la speranza (ma non la certezza) di disputare un campionato nazionale. Alla fine scelse di andare controcorrente e continuare a vestire una maglia che indossa da quando aveva 8 anni: «Una stagione in Primavera mi avrebbe dato molta più visibilità ma meno sicurezze sul posto in squadra», ricorda Davide. «Parlai con mister Grandini e accettai la proposta, tenendo conto del grande legame che ho con la città e con un club che mi ha cresciuto fin da piccolo e con cui sarò sempre in debito. Adesso che ho firmato anche il rinnovo, sono felicissimo».
Avrebbe mai pensato, 4 anni dopo, di arrivare a giocarsi il sogno Serie B?
«No, sopratutto non ci avrei scommesso lo scorso inverno. Scelsi di ripartire da una squadra in Serie D che lottava per salvarsi. Poteva sembrare un bel passo indietro, ma ne avevo bisogno, dovevo rimettermi in gioco e mostrare le mie qualità. Tornassi indietro, rifarei tutto».
Anche perché è stata la sua fortuna, visto che Bisoli la notò proprio all’Adriese e decise di tenerla a Padova. Salvo... massacrarla (come i compagni, del resto) ad ogni allenamento.
«Da una parte gli acciacchi che mi hanno condizionato in questa stagione sono dovuti ai ritmi di lavoro altissimi, che non avevo mai sostenuto prima. Da un’altra parte, invece, possono essere stati causati da un problema fisico, che ho risolto con l’operazione d’urgenza prima del derby con il Vicenza. Un guaio che mi ha tenuto fermo sinora, ma spero mi abbia permesso di eliminare i problemi accusati quest’anno».
Rientrato parzialmente in gruppo, oggi non dovrebbe essere convocato per la gara contro il Teramo, ma potrebbe tornare a Bassano.
«Ho tanta voglia di rientrare. Deciderà il mister, che ha sempre guardato soltanto l’allenamento, senza garantire il posto a nessuno ma premiando il lavoro».
Come vive un padovano una stagione unica come questa?
«A 20 anni sto lottando per la Serie B vestendo la maglia della mia città. Non capita a tutti e mi dà una gioia enorme. Nell’ambiente c’è euforia, ma nello spogliatoio l’attenzione è massima e spesso si ricorda come monito cosa successe all’Alessandria 12 mesi fa».
Ora le manca solo il gol in campionato.
«Già, sogno di farne uno decisivo in primavera».
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