Martinello giù dalla bici «Ecco perchè la corsa è uno sport che piace»

CHE PASSIONE! Silvio Martinello A destra il suo Gruppo Podistico Atletico
CHE PASSIONE! Silvio Martinello A destra il suo Gruppo Podistico Atletico
 
PADOVA.
Silvio Martinello dalla bici da corsa alle scarpette da cross. L'olimpionico di Atlanta 1996 e medaglia d'oro su pista ai mondiali di Bogotà 1995, Manchester 1996 e Perth 1997, ultimo grande campione del ciclismo padovano, dal 2003 ha smesso con il ciclismo agonistico e adesso si dedica alla corsa. Lo fa - ammette lui stesso - per mantenersi in forma come i tanti altri padovani che hanno scoperto nel podismo l'arma per non ingrassare e per scaricare le tensioni della quotidianità.  Non solo. Martinello, che oggi ha 48 anni, su insistenza della moglie Emanuela Marchetti, appassionata di maratone, ha formato anche un gruppo podistico che è sostenuto dal Wellness Center Atletico e dal Business Center di Gianluca Pollesel. Il «Gruppo Podistico Atletico», questo il nome del nuovo sodalizio ispirato dal campione padovano del ciclismo su pista, conta già una cinquantina di affiliati e ultimamente ha partecipato alla Maratona di Padova, alla mezza maratona di Verona e a ad alcune delle più impegnative corse in montagna, del calibro della Cortina-Dobbiaco, della Transcivetta e della Misurina-Auronzo.  
Martinello, correre a piedi è dura quanto andare in bicicletta?  
«Correre sembra la cosa più banale di questo mondo, invece se non si è più giovani la corsa va affrontata con le dovute cautele. Se si vuole ottenere un certo benessere fisico non bisogna avere fretta. Ci sono riviste specializzate che possono aiutare il neofita a partire col piede giusto. Personalmente sto incontrando delle difficoltà a livello delle articolazioni inferiori».  
Come spiega questo vero e proprio boom che sta vivendo la corsa?  
«A Padova il podismo negli ultimi anni è esploso perché è una pratica a portata di tutti dove regna l'armonia e l'amicizia. Nel nostro gruppo per ragioni di budget abbiamo chiuso le iscrizioni a 50 soci ma la prossima stagione, viste le richieste, lo amplieremo».  
Parliamo di ciclismo. Cosa ne pensa della situazione di questo sport oggi in Italia?  
«Stiamo vivendo un periodo di transizione, stiamo soffrendo la mancanza di risultati. I giovani che hanno talento ci sono, bisogna avere pazienza che crescano. Resta comunque uno sport che appassiona e che fa grandi ascolti televisivi».  
Con la crisi non è facile: è saltato il Giro del Veneto 2011...  
«Dispiace che una corsa così importante quest'anno non sia in programma. Mi auguro che sia solo una parentesi dovuta alle difficoltà economiche e che la prossima stagione la Padovani torni a metterla in calendario, magari con una maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Anche se ripartire dopo un'interruzione non è mai facile».

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