Matteo, il migliore d’Italia nonostante il cronometro

SELVAZZANO. È diventato campione italiano di canoa con un tempo sbagliato, ma non ne ha fatto certo un dramma Matteo Strullato. Troppo grande la gioia del giovane portacolori (16 anni) della Canottieri Padova per il tricolore conquistato ai campionati italiani di velocità, disputati lo scorso weekend all’Idroscalo di Milano, nei 200 metri K1 della categoria Ragazzi. Il tempo ufficiale recita 43” e 68 decimi, ma pare sia accaduto un mezzo pasticcio con il cronometro. «Quando ho vinto, mi avevano detto che il tempo sul tabellone era sbagliato», racconta Matteo, «Nelle batterie, avevo sempre finito la gara con 3” in meno sul cronometro, rispetto al tempo della finale. Mi hanno riferito che hanno utilizzato il cronometro del cellulare per l’ultima gara. A ogni modo, ero contentissimo: il lavoro di quest’anno ha portato i suoi frutti. Salire sul podio di Milano davanti a tante persone, è stato emozionante». Emozione amplificata dalle due medaglie di bronzo nel K1 500 metri e dall’argento con il K4. «Quattro medaglie in due giorni», esulta Strullato, «non dico che me l’aspettavo, ma sapevo di poter vincere qualcosa d’importante. Da aprile a settembre, ho affrontato una competizione al mese. Prima i campionati italiani di Castel Gandolfo, dove con la Canottieri siamo arrivati secondi nei 1000 metri e terzi nei 5000 K2, poi le due gare di Mantova a giugno con l’oro sia nei 200 che 1000 metri K1. Lo scorso 5 e 6 luglio, ad Auronzo di Cadore, ho anche indossato per la prima volta la maglia azzurra non come Ragazzo, ma come Junior». Il tour de force di duri allenamenti, coronato dallo splendido trionfo di Milano, ha infuso ancor più convinzione al giovanissimo canoista, che vive con la famiglia a Selvazzano: «Frequento il liceo scientifico Alberti ad Abano. Non è facile conciliare studio e sport: a volte ci si allena anche al mattino presto e poi si va a scuola. Voglio però far bene in tutto e costruirmi una carriera nel mondo dello sport. Quando ho lasciato il nuoto per praticare la canoa non ero un granché, ma ho voluto continuare. Mollare non ha mai fatto parte del mio carattere».
Mattia Rossetto
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