"Mi chiamate Lady B? Quel nome mi è piaciuto e l'ho voluto tatuare"

La vicepresidente Barbara Carron ha inciso sulla spalla anche la data della promozione
ABANO.
Le è piaciuto. Le è piaciuto talmente tanto che quel soprannome, «Lady B», se l’fatto addirittura tatuare. Durante le vacanze. Sulla spalla sinistra. In bella evidenza. «E’ un termine che avete coniato voi e mi è subito piaciuto», dice Barbara Carron scostando la sua cascata di capelli biondi. Orgogliosissima di quel che ha fatto. «Lady B, Lady D, Jackie’O... Sono tutte donne importanti. Mi sono accorto che per la città di Padova lo sono diventata anch’io...», se la ride lei, da sotto l’abbronzatura, durante la vetrina di ieri all’hotel Trieste & Victoria.

Sotto «Lady B», sulla spalla, c’è incisa anche la data: 21 giugno 2009. Il giorno della promozione.

«Bello, eh? E' il mio terzo tatuaggio», rivela la vicepresidente di Marcello Cestaro.


Ma va': e gli altri due?
«Uno sulla schiena. E’ il cammino di Santiago di Compostela che ho fatto nel 2005. Ottocento chilometri di pellegrinaggio, a piedi, con 12 chili sulle spalle. L’altro è qui sul braccio destro - e mostra due iniziali: AB - Sono le iniziali del mio nome, Barbara, e di quello di mio papà, Angelo. Ci ha tanto aiutato nei playoff. L’ho invocato spesso. Forse troppo: mi sa che alla fine gli ho anche un po' rotto...».


Per lei dev'essere stata un'estate bellissima.
«Emozionante. Lo è ancora. Vorrei che certe sensazioni non finissero mai. A Palermo, poi, ho scoperto che il Padova ha una popolarità che tutti ricordano. Tutti ne parlavano».


Be', forse perchè fra Padova e Palermo c’è un fortissimo gemellaggio calcistico...
«Davvero? Non lo sapevo. Di curioso c’è che in spiaggia ho trovato anche Giambruno, il portiere della Pro Patria. Abbiamo anche fatto una foto assieme e l’abbiamo mandata a Rabito».


La squadra è andata in ritiro, si ricomincia.
«Non vedo l'ora che inizi il campionato».


Si gioca di sabato, stavolta.
«Bene: la domenica sarò libera, e così, come dice mia mamma, mi troverò un fidanzato...».


Da quando ha tirato fuori la storia del calendario, gli aspiranti non dovrebbero mancarle, no?
«Scherzo. Sa come sono le mamme. Lei vuole che la fiola sia sistemata».


Dica la verità: dopo la B lei sta sognando la serie A.
«No no. I sogni son desideri... Io sogno una discreta B, che faccia felici i tifosi. Che sia significativa per il lavoro che stiamo facendo. Voglio che il tifoso esca dallo stadio contento. Che dica: oggi ho visto un bel calcio».


A proposito: e 'sto benedetto calendario?
«A settembre lo imposteremo. Non sarà solo mio, ma di tutta la squadra».


Con lei dentro.
«Mi vestiranno di bianco e di rosso. Una cosa fine, elegante, eh?, non si faccia strane idee...».

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