Mille chilometri con un aliante nei cieli della Namibia

L’impresa di un avvocato padovano, Manuele Molinari e del compagno d’avventura, il vicentino Ugo Raffaelli

PADOVA. In volo per 1.000 chilometri sul deserto del Kalahari, in Namibia. Potendo contare solo su un aliante e su dieci giorni di tempo. Inutile precisare che solo pochi piloti al mondo sono riusciti a realizzare un’impresa come quella che tenteranno il padovano Manuele Molinari e il vicentino Ugo Raffaelli, partiti ieri pomeriggio dall’aeroporto di Venezia, per rientrare il 18 gennaio.

«Per comprendere cosa significhi, occorre pensare che 1.000 chilometri è la distanza che separa Bolzano da Reggio Calabria» racconta Molinari, avvocato 50enne, già presidente dell’Aero Club Prealpi Venete di Thiene e fondatore della sezione volo a vela del Cus Padova. «Percorreremo questa distanza con un aliante, quindi senza l’ausilio di alcuna forma meccanica di energia, in un volo unico da effettuarsi nel corso delle ore di luce di una sola giornata, su un terreno desertico e totalmente disabitato. Per completare un volo come il nostro serviranno circa 8-9 ore, a quote comprese tra i 1.500 e i 5.000 metri di altitudine». Non essendo dotato di motore, l’aliante - esattamente come fanno le aquile - durante il volo deve riguadagnare quota utilizzando le termiche, colonne di aria calda che salgono e formano i classici cumuli. L’abilità del pilota è quella di saper leggere il cielo, trovando le termiche. «Avremo la necessità di sfruttare tutte le ore di luce disponibili dall’inizio dell’attività termica (circa dalle ore 10) fino al tramonto del sole. Di conseguenza dovremo mantenere una velocità media di almeno 120 chilometri orari, obiettivo che, in un volo così lungo, è estremamente difficile da conseguire» prosegue Molinari, campione italiano in carica, che volerà con la maglia del Cus. La destinazione di Molinari e Raffaelli è il campo di volo di Bitterwasser, nel deserto del Kalahari namibiano, circa 170 chilometri a sud-est dalla capitale Windhoek. È il punto di partenza e di arrivo della loro impresa: una struttura realizzata da un gruppo di piloti tedeschi all’interno di un lago salato, destinazione privilegiata dei migliori volovelisti del mondo. Per ottenere il riconoscimento che la Federazione Aeronautica Internazionale attribuisce a chi riesce in missioni come questa, il volo dovrà essere effettuato lungo un percorso programmato: si tratta di girare boe virtuali individuate da coordinate geografiche che il pilota può a sua discrezione scegliere in funzione delle previsioni meteorologiche. Tra un paio di giorni ci sarà il primo tentativo, con i piloti in coppia. Poi, se tutto andrà subito come si spera, i due proveranno a ripetersi in solitario e, se ci sarà ancora tempo a disposizione, cercheranno di cimentarsi in qualche record di velocità su distanze più brevi: la Namibia è stata scelta proprio perché presenta condizioni ideali.

Diego Zilio

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova