Moggi: «Mi hanno eliminato ma quelli di oggi sono peggiori»

ROVIGO. Quando il suo nome è stato annunciato tra gli ospiti, si è gridato subito al diavolo. Ad accoglierlo, in realtà, c’era una piazza gremita – tanti ultras juventini – e non sono mancati gli applausi. Luciano Moggi, ex dirigente sportivo, 81 anni, ospite d’onore, ieri sera, del «Rovigo Sport Festival», rassegna dedicata allo sport, locale e nazionale, come confermato dagli ospiti eccellenti della manifestazione. Oltre all’ex d.g. bianconero, infatti, il “maestro del respiro” Mike Maric, la tennista Mara Santangelo e il ginnasta Igor Cassina. Quella di Moggi, manco a dirlo, è stata una presenza “ingombrante” all’interno del programma della manifestazione, capace di attirare una pioggia fitta di polemiche. Radiato dal mondo del calcio con una sentenza definitiva del Consiglio di Stato, “Lucianone” è il simbolo di Calciopoli, lo scandalo che oltre dieci anni fa ha travolto il calcio italiano mandando in serie B la Juventus, squadra di cui Moggi era direttore generale.
«Venga sul palco a dirmi di persona quello che pensa, oppure l’organizzazione lo allontani perché così è antipatico» ha esordito l’ex dg ad un contestatore tra il pubblico. A metà serata un altro veloce battibecco a distanza si è animato con un giornalista, pure lui tra il pubblico e “deluso” delle domande poco graffianti degli intervistatori.
«Ce ne siamo andati noi, ma poi ne sono arrivati di peggio, come peraltro aveva profetizzato Giraudo (Antonio Giraudo, ex ds Juve, pure lui finito nell’inchiesta, ndr)» ha spiegato Moggi «Basta vedere l’Italia non qualificata ai Mondiali. Abbiamo avuto una federazione inesistente, oggi ci sono una serie B sgangherata e una C in pieno caos. Avete visto chi è arrivato dopo di noi?».
E ancora: «Non mi sono mai sentito solo. Ho però lottato da solo, quando ho ragione non ho paura di nulla e tiro dritto. Hanno fatto quello che hanno fatto per eliminare la Juventus che stava vincendo tutto. Perché temevano che io e Giraudo prendessimo la guida della Figc. Ci hanno eliminato i partiti calcistici perché ci temevano».
E Calciopoli? «Morto Agnelli e con la Fiat in calo, siamo rimasti soli e indifesi. Già prima di noi si diceva che la Juve regalava le macchine agli arbitri: ci hanno colpito nel momento della massima debolezza della società e in quel momento c’eravamo io, Giraudo e Roberto Bettega».
E poi via a ruota sugli avversari: «L’Inter? Doveva andare in B per le irregolarità nel tesseramento di Alvaro Recoba. Era Gianfelice Facchetti che faceva lobby con gli arbitri. Ma con loro hanno archiviato tutto».
Temi caldi, pubblico catturato, Moggi tira in ballo anche Silvio Berlusconi: «Galliani lo mando in Lega e tu vieni al Milan. disse. Quando Galliani lo ha sentito, sono venute fuori le intercettazioni. E comunque, dopo anni, nessuno mi sa dire chiaramente cosa ho fatto! Non c’è un’intercettazione che faccia emergere un mio comportamento illecito».
Moggi completamente innocente? «Non ho fatto nulla. Ho solo vinto ovunque, da Napoli a Torino. Non è facile applicarsi al campionato italiano: io ero attento a tutto e ho fatto cose che nessuno ha più fatto. E la gente ha capito».
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