Niente soldi Parma vicino al fallimento

Dal presidente Manenti soltanto promesse Caso Sacchi, anche Blatter contro l’ex Ct

PARMA. Sarebbe stato a Maribor, in Slovenia, per un summit con i vertici della Raiffeisen Bank e poi nella sede della sua società, la Mapi Group, a Nova Gorica, ma di bonifici nemmeno l'ombra. «Domani, domani, domani», ha ripetuto meccanicamente per tutta la giornata il presidente del Parma Fc, Giampietro Manenti che, a chi lo contattava, ha parlato di «diligence legale e fiscale in corso. L'intoppo è l'udienza chiesta dalla Procura. Ho informato i miei legali, vediamo come affrontarla». Ora la colpa del mancato pagamento degli stipendi sembra essere il passaggio deciso dai magistrati di Parma che hanno richiesto per il club emiliano il fallimento. «Risulta una situazione di inadempienza verso l'erario che difficilmente potrebbe essere risolta con una regolare solvibilità e quindi si è ritenuto di azionare la procedura» ha confermato il procuratore di Parma Antonio Rustico. Manenti rischia di dover dimostrare in meno di un mese di poter sborsare 97 milioni, i debiti indicati nell'ultimo bilancio di cui poco meno di 17 con l'erario. Il curatore fallimentare avrebbe tutto l'interesse a far scendere in campo la squadra per recuperare risorse economiche dagli incassi dello stadio, tutto questo per tutelare gli interessi dei debitori. Ma chi scenderà in campo sino a fine stagione? Se i giocatori dovessero chiedere la messa in mora potrebbero, passati altri venti giorni senza stipendi, ottenere lo svincolo e a quel punto lasciare il Parma senza squadra. O meglio gli emiliani potrebbero finire la stagione con la formazione Primavera, magari con Hernan Crespo in panchina al posto di Roberto Donadoni che potrebbe anche lui abbandonare la nave che affonda. «Ma noi per ora andiamo avanti con la nostra linea, aspettiamo il fine settimana e poi ci muoviamo» ha ribadito il capitano crociato Alessandro Lucarelli. Infine nuovo malore per Pietro Leonardi. Il dg crociato, è stato ricoverato in una clinica parmigiana per la seconda volta, dopo che già aveva avuto dei problemi di salute il 26 gennaio scorso.

Bufera su Sacchi. Non si accenna a placare la polemica su Sacchi dopo le dichiarazioni fatte dall’ex Ct («Ci sono troppi giocatori di colore»). Intervengono Blatter, presidente della Fifa che afferma: «Orgoglio e dignità non sono una questione di colore della pelle. Sono scioccato dalle affermazioni di Sacchi. Basta». Decisa la presa di posizione anche di Fiona May: «Sono rimasta scioccata, è una cosa che non bisogna dire, a maggior ragione se si è personaggi pubblici come lui. Me lo sarei aspettato da altri, ma non da lui». Fiona May è presidente della commissione della Federcalcio per l'integrazione e la lotta al razzismo creata dal presidente Carlo Tavecchio ad agosto, dopo le ormai celebri frasi sui giocatori mangiabanane. a difendere Sacchi ci pensa Fabio Capello: «Sacchi non si riferisce al colore della pelle, il suo discorso non ha nulla a che vedere con il razzismo. Il problema è che abbiamo bisogno di un numero maggiore di giocatori italiani, che si recuperi un’identità italiana nelle nostre squadre».

Episodio di razzismo a Parigi. Brutto episodio di razzismo a Parigi dove alcuni tifosi del Chelsea hanno impedito a un uomo di colore di salire sulla metro alla stazione Richelieu-Drouot. Un video amatoriale diffuso dal «Guardian« mostra gli ultras dei Blues, nella capitale francese in occasione dell’andata degli ottavi di Champions fra Psg e Chelsea, cantare anche «siamo razzisti, siamo razzisti e questo ci piace». Dal club londinese è arrivata la ferma condanna per quanto accaduto.

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