Padova, fiducia Mandorlini «Lo stop ci ha dato più forza»

L’allenatore crede nell’impresa dei playoff: «Nei ragazzi vedo intensità Un esempio? Litteri a gennaio aveva problemi fisici, ora è un uomo nuovo»

Stefano Volpe / PADOVA

Mister Andrea Mandorlini, venerdì il Padova è tornato agli allenamenti collettivi per la prima volta dopo 90 giorni. È la fine di incubo sportivo?

«È una giornata che aspettavamo da tempo e che abbiamo vissuto con grande entusiasmo. C’era tanta voglia ma allo stesso tempo qualche ragazzo ha accusato dei problemi fisici considerato il lungo stop. Ma era da mettere in preventivo, devo fare i complimenti a tutti per come si sono allenati: con voglia, intensità e mentalità».

Avete meno di 20 giorni per preparare la partita contro la Sambenedettese e non potrete disputare nemmeno un’amichevole. Come sopperirete?

«Fortunatamente abbiamo una rosa ampia e giocheremo tra di noi. Già giovedì abbiamo in programma un’amichevole in famiglia all’ Euganeo, il lunedì successivo, quindi, partirà un ciclo di dieci giorni nel quale non ci fermeremo mai, faremo un’ amichevole e arriveremo spediti al primo luglio».

Aver guadagnato la quinta posizione si è rivelato un boomerang, visto che la FeralpiSalò (sesta) ha vinto già a tavolino grazie al forfait del Modena? O è sempre meglio godere del vantaggio del fattore campo?

«Sono discorsi che non voglio affrontare. Il principio non cambia, per noi non esiste un domani, abbiamo di fronte una partita da dentro o fuori e faremo di tutto per passare il turno. È la nostra finale di Champions».

Vero, ma per raggiungere la promozione dovete vincerne sei di finali. Quale sarà l’aspetto decisivo?

«Io ho disputato sei playoff e ne ho vinto uno, forse quello più importante. È una roulette russa, dove gli episodi risultano sempre decisivi. Abbiamo di fronte una montagna da scalare e per questo non possiamo sprecare energie pensando ad altro. In più sarà fondamentale la mentalità e sono molto soddisfatto di quello che mi ha fatto vedere la squadra finora».

Cosa la rende ottimista?

«L’intensità, la competizione, la disponibilità che sto vedendo nei giocatori. È brutto da dire, ma questo stop può aver portato anche risolvi positivi. Quando sono arrivato tanti ragazzi erano in cattive condizioni, adesso invece ho recuperato tutti e spero di averli tutti anche contro la Samb. Il merito è soprattutto loro che hanno dimostrato voglia e dedizione. Un nome su tutti è quello di Litteri. Quando è sbarcato da Cosenza, a gennaio, aveva problemi alla schiena, non riusciva a fare una partita intera. Ha sfruttato la sosta forzata per rimettersi a posto, adesso è un giocatore totalmente diverso e potrà darci una grande mano».

Manca solo Halfreddsson, che in pratica rientrerà solo a due settimane dall’inizio dei playoff. Troppo tardi per essere in campo già contro la Samb?

«Hallfreddson ha avuto problemi con i voli ma si è sempre allenato con una squadra della massima serie islandese e probabilmente sarà anche più avanti degli altri dal punto di vista della condizione atletica. L’ho visto in videochiamata e mi sembra più magro e tirato di quando l’avevo lasciato. È un grande professionista e ci potrà dare tanto dal punto di vista dell’esperienza».

Dopo l’accordo stipulato dai giocatori, lei e il suo staff avete concordato la riduzione dello stipendio a causa del lockdown?

«Sì, senza problemi».

Come gestirete l’assenza dei tifosi?

«Sarà un vero peccato, dovremo dare qualcosa in più del solito. Ma nel mezzo di questa situazione assurda, c’è un aspetto particolare. Il fatto di doverci allenare sempre all’Appiani ci ha dato più stimoli. In questo stadio si respira davvero un’aria speciale, mi piacerebbe rimanere ad allenarmi sempre qui». —

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