Padova Nuoto si tuffa in un libro «Atleti e salute: 35 anni di storia»

Cristina Chinello

l’evento

Il libro della Padova Nuoto "Noi, la Padova Nuoto" è stato presentato ieri sera nella Sala Rossini del Pedrocchi nel ricordo di Gianni Gross, uno dei fondatori della società che gestisce l’impianto natatorio della Paltana, e delle gesta di tanti atleti che nelle piscine padovane hanno preparato gare, portando un pezzo di Padova negli impianti di tutto il mondo. Ma i ricordi hanno citato anche l’alluvione che la sommerse, il lavoro di tanti collaboratori e atleti, il sostegno della città. 35 anni di storia che si intreccia a quella di Padova.

«Una storia con tante storie dietro. Non c’è solo il nuoto, la Padova Nuoto è un a polisportiva e un insieme di impianti che vi ruotano attorno», ricorda nella sua presentazione Alberto Zuccato, l’autore del libro. «Raccontare la Padova Nuoto è stato scoprire una storia che credevo di conoscere. Ho incontrato persone che mi hanno trasmesso molto, come Moreno Daga e Kresimir Zubcic. Non ho voluto inserire atleti nel libro perché sarebbero stati davvero tanti, e non volevo rischiare di lasciare fuori qualcuno. C’è un ricambio generazionale a livello di dirigenza che si sta verificando, e le nuove leve fanno sperare che la storia possa continuare», osserva l’autore.

«Quando nacque la Padova Nuoto, era un momento molto difficile – ha ricordato il presidente Gianfranco Bardelle, – abbiamo cercato due cose: far nascere atleti di alto livello e far conoscere i benefici del nuoto per la salute di tutti. Attraverso questo libro volevamo ricordare proprio questo: i risultati e il grande progetto di nuoto per le persone». «Padova Nuoto declina in modo mirabile lo sport di base e i risultati e dimostra che lo sport è un unicum. Dobbiamo avere la forza di chiedere il cambiamento della riforma dello sport che divide lo sport di base da quello delle federazioni», ha sottolineato Dino Ponchio, presidente del Coni Veneto.

Ruggero Vilnai, presidente Cip Veneto: «Il movimento paralimpico è stato accolto fin da subito con grande entusiasmo e questo legame ancora continua. Un ricordo speciale va a Benito Daga, allenatore di atleti disabili, la cui tradizione ancora continua». «Vedremo cosa mi riserverà il futuro – ha detto Alessandro Fabian – un ringraziamento speciale va a Moreno Daga, che ha saputo accogliermi e mi ha permesso di crescere come atleta e come persona». Anche Alice Carpanese (radiosa con panciona), riannoda gran parte della sua vita e non lesina parole amorevoli verso Daga: «Sono trascorsi molti anni da quando ho smesso di nuotare, ma ricordo Moreno come una guida che mi ha supportato e sopportato. Ci vuole molta pazienza per essere un allenatore e l’agonismo mi ha insegnato ad essere determinata e penso mi abbia dato molte risorse utili in molti momenti della vita». Ha raccolto l’abbraccio di tutti i suoi atleti, Moreno Daga, che iniziò a 16 anni ad allenare seguendo le orme del papà Benito, e che da tempo è un preparatore di nuotatori di respiro internazionale. Presenti all’evento, anche Elisa Pasini e Alessandro Defendi. —

Cristina Chinello

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