Padova-Pro Patria 0-0 Si allontana la serie B
E' finita a reti inviolate, a Padova, la gara di andata dei playoff tra la squadra di casa e la Pro Patria. Al 10' del primo tempo la formazione euganea ha anche sbagliato un rigore. Per il Padova dunque sarà obbligatoria una vittoria sui biancoblù domenica per il passaggio alla serie B

PADOVA. La serie B passa da Busto Arsizio. Lo temevamo, speravamo nel contrario, vale a dire una seria ipoteca alla promozione messa già all’Euganeo, nella finale d’andata dei playoff, e invece il verdetto che deciderà chi, fra Pro Patria e Padova, giocherà l’anno prossimo con i cadetti uscirà dal «catino» bollente, ma terribilmente stretto, dello stadio Speroni, domenica prossima. E’ finita 0 a 0, come senza gol si era concluso l’ultimo, sofferto incontro di campionato.
E sempre sul risultato di parità (1-1) era andata in archivio la semifinale d’andata con il Ravenna. Se tanto dà tanto, forse è un segno del destino che il traguardo inseguito da undici anni debba essere superato, o mancato, ancora una volta lontano dai propri tifosi, ieri straordinari, partecipi, commoventi nel sostegno alla squadra di Sabatini.
Rabito, quel rigore... «Stiamo arrivando, siamo in 5.000» è stato l’urlo lanciato più volte dalla tribuna Fattori, anche se lo spicchio di gradinata del fatiscente impianto bustocco (non ci sono tornelli) riservato alla tifoseria ospite prevede un numero massimo di 600 spettatori. In attesa degli sviluppi legati alla “partita” organizzativa tra Lega Pro, prefetto di Varese e le due società, il Padova e il suo meraviglioso pubblico hanno giustificati motivi per rammaricarsi: quella di ieri era una gara da vincere, non solo per meriti acquisiti (nell’arco dei 96’) ma anche per il numero di opportunità da gol create. Cinque pulite pulite ne abbiamo contate, oltre ad una rete di testa di capitan Faìsca annullata per fuorigioco (netto).
Ma la sesta, la più ghiotta, ha confermato l’idiosincrasia dei biancoscudati ultimamente per i rigori. Prima Pederzoli (a Ravenna), adesso Rabito: proprio lui, lo specialista numero uno. Nove minuti e Di Nardo - il migliore - conquistava caparbiamente un pallone appena fuori il vertice destro dell’area, si rialzava da terra e s’infilava dentro costringendo Polverini, sorpreso dalla sua agilità, a tirarlo per la maglietta sino a farlo cadere. Penalty netto, ma il «bomber» vicentino calciava male dal dischetto, consentendo a Giambruno di volare sulla sua sinistra e di respingere.
Gran duello in mezzo. La Pro Patria, indipendentemente dalle vicende societarie che l’hanno condizionata, è una signora squadra, fortissima dalla metà campo in su. Se ci aggiungete un portiere che salta come un gatto da un palo all’altro e sventa ogni pericolo, il suo valore cresce ulteriormente.
Il Padova le si è opposto in modo strenue nel settore centrale, ha sfiorato il vantaggio, rigore a parte, con Di Venanzio al 26’, imbeccato in area da Di Nardo, e con Rabito e Varricchio (sempre di testa) e dietro ha chiuso al meglio i varchi ai vari Toledo, Correa, Do Prado e Mosciaro, sebbene Cano non abbia mai dormito sonni tranquilli nei primi 45’ (27’, deviazione in tuffo in angolo su botta di Correa da fuori; 29’, splendido intervento a togliere il pallone a Mosciaro, liberato davanti a lui da una combinazione Toledo-Correa; 33’, parata in due tempi su conclusione del centravanti bustocco; 42’, staffilata di Do Prado a fil di palo).
Varricchio, che occasioni. Fuori Rabito, condizionato purtroppo dal rigore fallito, e dentro Pederzoli (perchè non Baccolo?), nella ripresa Sabatini ha spostato Bovo in avanti, collocandolo dietro le punte. Dopo un buon inizio dei lombardi (2’, angolo di Correa, Dalla Bona, in girata da terra, si vedeva incredibilmente deviato da un avversario il pallone dell’1 a 0), il Padova saliva di tono, alla ricerca del vantaggio. Varricchio, al 6’ e al 19’, aveva la palla buona, ma sulla prima era bravissimo Giambruno a volare, mentre sulla seconda l’Airone tergiversava troppo, consentendo all’estremo difensore di chiudergli lo specchio al momento del tiro.
E adesso gli ultimi 90’, che potrebbero diventare 120’ in caso di un altro pareggio. Ma il Padova deve solo vincere per coronare il suo sogno. Lo ha già fatto a Cremona, a Crema, a Reggio Emilia e a Ravenna, perchè non dovrebbe riuscirgli l’impresa più bella?
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