Paleari scuote il Cittadella «Non sarà facile ripartire il sogno resta la Serie A»

BARSOTTI-FOTOPIRAN-CITTADELLA-PALEARI GIOCATORE CALCIO CITTADELLA
BARSOTTI-FOTOPIRAN-CITTADELLA-PALEARI GIOCATORE CALCIO CITTADELLA

CITTADELLA

Rieccoci qui, più di cento giorni dopo. Alberto Paleari è pronto a tornare a indossare i guantoni per una partita vera, a tre mesi di distanza dall’ultima volta: Livorno-Cittadella, in cartellone sabato alle 18, ormai è imminente. «Mi sono mancate tante cose in queste settimane. Lo spogliatoio, i compagni, vedere la faccia di Toni il magazziniere ogni giorno, un po’ tutto quello che costituisce la nostra quotidianità anche al di fuori del rettangolo verde», confessa l’estremo difensore granata a un paio di giorni dal match.

Ha provato a immaginarsi come sarà il campionato che ricomincia? «Non sarà facile per nessuno tornare a giocare dopo una sosta così lunga. Credo che si ripartirà da zero, non è detto che chi è davanti in classifica rimanga favorito, e le squadre che stanno in fondo - come lo stesso Livorno - potranno dare fastidio. Non ci rimane che dare il massimo pensando a una gara alla volta».

Come ha vissuto la quarantena? «Ho cercato di mantenermi positivo. Mi sono goduto la vita con la mia compagna, ho seguito numerosi video-corsi e non mi sono mai annoiato».

Più o meno un anno fa, di questi tempi, il Citta era al Bentegodi a giocarsi la Serie A. «Stavamo provando a realizzare qualcosa di storico e, come sapete, non è andata bene. Oggi tutti noi abbiamo in mente quell’obiettivo e, se torniamo in campo, è proprio per riprovarci, portandoci dentro l’esperienza di quanto è accaduto».

Tra le incognite legate alla ripresa ci sono le tante gare racchiuse in poco tempo e con l’aggravante del caldo. «Ma noi contiamo su una rosa attrezzata per affrontare questa situazione. E credo che i cinque cambi si riveleranno utili: è un’innovazione che può darci energie nel secondo tempo».

Dovrete modificare radicalmente i vostri comportamenti. Niente esultanze dopo un gol o una grande parata, né strette di mano, distanze da osservare nelle proteste. Non sarà semplice. «Il protocollo ce lo spiegherà il medico sociale. Credo che prima della trasferta di Livorno faremo un ripasso della situazione. Il viaggio stesso sarà diverso, visto che useremo due pullman per salvaguardare il distanziamento sociale. E nel pre-partita sarà importante riuscire a motivarsi mentalmente ognuno per conto suo».

Non ci saranno i tifosi, che potranno guardarvi solo in tivù. «Con diversi di loro mi sono sentito spesso nel corso delle settimane di quarantena. A tutti va il mio abbraccio virtuale: sono il primo a “usare” il pubblico per caricarmi sia in casa che in trasferta. Resta il fatto che il calcio senza tifosi è più brutto». —



Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova