Pandolce, l’idraulico che salta lontano

di Diego Zilio
GALLIERA
Il giovane idraulico che salta lontano. In tempi come questi, in cui i ragazzi non riescono a trovare lavoro e, a volte, nemmeno lo cercano, finendo etichettati come «bamboccioni», la storia di Patrick Pandolce sorprende.
Sì, perché lui, che compirà 19 anni il prossimo 12 febbraio, alla mattina lavora come idraulico mentre al pomeriggio, ogni giorno, si allena sulla pista di Galliera Veneta, dedicandosi soprattutto al salto in lungo, la sua specialità. E proprio per quanto fatto vedere in pedana, Patrick si è guadagnato l’ingresso nel gruppo dei 34 atleti del «Progetto Juniores» della Fidal Veneto, riservato agli under 20 più promettenti della regione, a cui vengono riservati raduni e assistenza tecnica: assieme al lanciatore delle Fiamme Oro Andrea Caiaffa è il solo portacolori di una società padovana presente nel team.
«E’ dura ma, a oggi, non tornerei indietro sui miei passi – spiega il diretto interessato, che vanta un primato personale di 7.28 metri – Ho terminato le scuole superiori dopo tre anni e ho iniziato subito a lavorare come stagista, per poi continuare nella stessa ditta. Sono contento di guadagnare i soldi che servono a pagarmi le mie spese e poi ho i pomeriggi liberi da dedicare all’atletica, ed è quello che più mi piace fare».
Il nome che porta è straniero ma lui è italianissimo. La passione per i suoni «lontani» della famiglia Pandolce si ritrova peraltro in sua sorella, Katy, che ha 13 anni e che frequenta pure lei la pista, come marciatrice.
Inusuale è anche il modo in cui Patrick, oggi in forza ad Assindustria, si è avvicinato alla regina degli sport.
«Mio zio è un grande appassionato di podismo e io, già da piccolo, lo accompagnavo nelle varie marce domenicali correndo assieme a lui. Un giorno, a una 5 chilometri su strada, mi ha notato Renato Sgarbossa, presidente dell’Atletica Galliera, che mi ha invitato a presentarmi al campo. Avevo 12 anni».
Da allora ha iniziato a girare tra le varie specialità e negli ultimi mesi si è avvicinato ai 400 metri.
«Assieme al mio allenatore Ormisda De Poli abbiamo deciso di modificare la preparazione, ma questo non significa che rinuncerò al lungo: vengo da un 2011 al di sotto delle mie aspettative e volevo cambiare qualcosa. E poi ho notato che migliorando la tecnica di corsa ci sono notevoli benefici anche in pedana, per cui credo che continuerò su questa strada. Diciamo che sono stato sfortunato, in queste ultime stagioni: tutti i miei salti migliori sono finiti nulli per un niente. Anche se ci sono stati momenti difficili, però, non ho mai pensato di mollare».
Patrick vive con i suoi, non è fidanzato («ma in cerca di una ragazza, quello sì…») e non ha ovviamente molto tempo da dedicare ad altre attività, preso com’è dal lavoro e dallo sport. Una scaramanzia, però, se la porta dietro.
«Prima di ogni gara ascolto con l’ipod le canzoni dei Coldplay, in particolare Viva la vida. Mi dà la carica giusta per esprimermi al meglio».
Musica, tubi e pista, uyna miscela esplosiva per questo ragazzo che può davvero tentare il salto di qualità e che rappresenta un talento puro, quasi unico a livello padovano e nella sua categoria. Da questo punto di vista non ci sono molti suoi coetanei a livello provinciale. Nel Veneto più ricche di talenti appaiono altre province, in particolare quelle di Verona e Vicenza.
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