Pasqualin: «Il blitz? Accuse da brividi»

L’ex procuratore di Del Piero sull’indagine della Gdf: «Non più facili guadagni...»

PADOVA. Avvocato Claudio Pasqualin, lei è stato il procuratore di Del Piero ed è uno dei più stimati professionisti del settore. Che cosa sta succedendo, dopo che la Guardia di Finanza martedì è entrata nelle sedi di 41 club di serie A, B e Lega Pro, per acquisire documenti relativi ai contratti stipulati con 55 calciatori?

«Non conoscendo la struttura dell’ipotesi accusatoria su cui si fonda l’inchiesta della Procura di Napoli, mi è difficile esprimere giudizi. Posso dire che ci sono già state in passato indagini di tale natura, poi concluse con la richiesta di archiviazione. In questo caso i capi di imputazione mettono i brividi, ci sono accuse da far tremare i polsi, visto che si parla di associazione a delinquere, riciclaggio ed evasione fiscale internazionale».

Appunto. E nel mirino delle Fiamme Gialle sono finiti solo suoi colleghi, non dirigenti o giocatori di club.

«Chiariamo. Alcune Procure in passato hanno lasciato cadere le accuse nei confronti di procuratori che avevano intestato fatture alle società invece che ai propri assistiti, i calciatori appunto. Non vi hanno trovato nulla di penalmente rilevante. Qui mi sembra di capire che i magistrati partenopei ritengano siano state aggirate le norme al fine di evadere le tasse».

Dodici procuratori sono indagati proprio per questo.

«Oltre all’argentino Alejandro Mazzoni, c’è Alessandro Moggi, il figlio di Luciano, e praticamente tutta la Gea bis, nata sulle ceneri della Gea. Un’inchiesta di cui correva voce da tempo, anche se, ripeto, non conosco a fondo su quali elementi si basino le accuse contestate».

Ma voi agenti dei calciatori siete supercontrollati fiscalmente?

«Guardi, il lavoro negli anni si è fatto duro, difficile, a volte esasperato, e non solo perché la concorrenza è aumentata. Spesso le promesse di pagamento vengono disattese, non ci vengono corrisposti i compensi pattuiti e siamo costretti ad azioni legali per avere quanto ci spetta. Ma le vacche grasse del passato non ci sono più: adesso siamo sul 2-3% come media di compenso sull’ammontare del contratto di un proprio assistito. Al di là della vicenda, un auspicio mi sento di esprimerlo, e cioè che ci sia presto una riforma della figura dell’agente dei calciatori, da considerare a tutti gli effetti un libero professionista, senza lacci nè lacciuoli».

Quanto sta accadendo potrebbe incidere sulle modalità del “mercato” che si aprirà ufficialmente fra pochi giorni?

«Non credo, si opera già in un contesto... magrissimo. Siamo a scambi, rinnovi di compartecipazioni, prestiti. Non si prospettano più guadagni facili per i procuratori, bisogna piuttosto mantenere le posizioni. Ripeto, scordiamoci i momenti d’oro di una decina d’anni fa. Per tutti non è semplice andare avanti».(s.e.)

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