Pastrello chiude a 34 anni a Trebaseleghe

Aveva debuttato diciannovenne in Serie A con il Milan. Domani il suo ultimo incontro

TREBASELEGHE. Il 24 maggio 2003, allo stadio Garilli di Piacenza, è un sabato di quelli che profumano già d’estate e che a molti tifosi consigliano il mare al posto della Serie A. I padroni di casa di mister Cagni - già retrocessi in B - affrontano nell’ultima giornata il Milan di Carlo Ancelotti, che non ha più nulla da chiedere a quella partita, mentre la testa è rivolta alla magica notte di Manchester che l’avrebbe attesa quattro giorni più tardi contro la Juve. E infatti in campo dei vari Maldini, Nesta, Pirlo, Seedorf, Shevchenko e Inzaghi ci sarà ben poco, quasi tutti a riposo in vista della finale di Champions League. E gli emiliani infatti dominano la gara: il primo tempo si chiude sul 3-1 con le reti di Hubner, Maresca e Marchionni, a cui ha risposto il rigore di Brocchi. Ma se per quasi tutti quella partita contava praticamente nulla, c’è una manciata di giovani provenienti dalla Primavera rossonera per i quali costituirà il ricordo più bello di un’intera carriera. Nella ripresa infatti Ancelotti fa partire la girandola dei cambi e tra i ragazzi al loro debutto c’è il 19enne Stefano Pastrello, centrocampista nato a Camposampiero, originario di Scorzé e fino a due anni prima nelle giovanili del Padova. Pastrello entra al 16’ della ripresa giocando una mezz’ora che - nonostante la sconfitta per 4-2 (Hubner e Brocchi ancora in rete) - rimarrà per sempre nel suo cuore. A quasi 15 anni di distanza da quel Piacenza-Milan, unica sua presenza in rossonero e in Serie A, domani pomeriggio (ore 15.30) il 34enne Stefano Pastrello darà l’addio al calcio in Ambrosiana Trebaseleghe-Torre, derby padovano di Promozione. Un lungo percorso che ha portato Stefano a passare dalle convocazioni in Champions al Bernabeu a calcare molti campi della nostra provincia, dalle lezioni di Ancelotti al confronto con allenatori part time, dalle eleganti cene di fine anno con Berlusconi alle feste nel bar del paese con gli amici di sempre. Un percorso sempre vissuto con umiltà e senza alcun tipo di rimpianti. Certo, nel Milan di oggi forse qualche presenza in più ci sarebbe potuta stare. E sicuramente il passaggio l’anno successivo all’Hellas Verona in Serie B non fu la scelta più fortunata: da lì tanti prestiti per mezza Italia tra Serie C e D con Martina Franca, Portogruaro, Este, e mai un’affermazione tale da consentirgli il ritorno in categorie più alte. Ma, nonostante il valzer tra professionismo e dilettantismo, per Pastrello ogni allenamento è stato come quelli insegnati a Milanello e con l’amore per il calcio che non è mai cambiato, dalla Serie A con il Milan sino alla Promozione con il Trebaseleghe. Una grande passione, vissuta, però con la consapevolezza che non sarebbe durata per sempre, e quindi negli ultimi anni di carriera sempre più Pastrello ha preferito scendere di categoria per avvicinarsi a casa ed iniziare a lavorare nel bar del fratello Diego. Nella sua carriera ha vinto un Trofeo Arco e un Mondiale Under 16, vedendosi di fatto la storia del calcio passargli di fianco a pochi metri.

Luca Perin



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