«Provocato ma la squalifica a Vale rimane»

Alonso, direttore di corsa: «Quello di Rossi è stato un riflesso condizionato, non un calcio»
can - Valentino Rossi - MotoGP - Yamaha
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ROMA. Quarantotto ore dopo i fatti di Sepang, comincia a farsi più chiara la situazione di chi abbia la colpa di quanto accaduto. Valentino Rossi e Marc Marquez lo sono entrambi, il primo per aver ceduto alla provocazione e il secondo per averla attuata. È quanto viene fuori dalle parole del direttore di corsa Javier Alonso che esclude che il “Dottore” abbia dato un calcio al campione delle Honda. Più un riflesso condizionato della gamba sul quale si appoggia il casco dello spagnolo e non una pedata ben assestata. Valentino attraverso i social conferma che sbollita la rabbia sarà al via della gara finale e decisiva di Valencia, seppur partirà dall’ultima piazzola sulla griglia. Il suo rivale e getta acqua sulla facile polemica. Cosa che non è riuscita a Jorge Lorenzo, compagno di squadra e diretto concorrente nella lotta al titolo della MotoGP con una caduta di stile mentre si trovava sul podio, invitanto con il pollice verso il pubblico a fischiare il pesarese.

A difendere il “Dottore” uno dei tre componenti della direzione gara a Sepang, Javier Alonso. «Marquez ha portato la situazione al limite, quello di Valentino non è stato un calcio e non c’è stato nessun insulto da parte del pilota italiano. Le tante immagini che abbiamo visto ci hanno convinto che Valentino si allarga per guadagnare pista, Marc avvicina la sua Honda alla Yamaha ed è allora che Rossi si muove, ma il suo non è un calcio», spiega il direttore generale della Dorna Sports. «Non abbiamo compreso la gara e l’atteggiamento di Marquez, non ha fatto nulla di illegale, però ha portato la situazione a un limite privo di senso e per questo, anche se non ci sono giustificazioni, Rossi risponde in quella maniera. Non crediamo e non abbiamo ritenuto che Valentino meritasse una sanzione ancora più dura». Alonso ha parlato anche di Jorge Lorenzo: «Capisco le sue ragioni e che possa pensare che Rossi meritava una sanzione maggiore», per poi smentire che Rossi abbia insultato Marquez durante la riunione con i giudici di gara.

«Domenica a Sepang è stata certamente una brutta giornata per il motociclismo, perché è venuta meno la lealtà agonistica che ha da sempre contraddistinto il nostro sport. La Federazione Motociclistica Italiana si schiera al fianco del nostro campione Valentino Rossi icona, storia e patrimonio del motociclismo italiano e mondiale». È quanto dichiara in una nota Paolo Sesti, presidente della Fmi. «Auspico che Valencia possa essere occasione di pronto riscatto per i valori veri del motociclismo», aggiunge. «Il duello per il titolo iridato deve essere disputato in pista dove sono certo vincerà chi avrà le migliori qualità agonistiche, ma senza interferenze, tensioni o atteggiamenti palesemente antisportivi. Noi ci adopereremo perché ciò avvenga», conclude Sesti.

Sulla vicenda tanti i commenti, come quello di Carlo Pernat, responsabile Relazioni Esterne Team Italia ed ex Aprilia. «Ora ve lo posso svelare, a me Valentino tre anni fa mi ha detto: Ma tu non hai idea di che finto buono che è! E io gli dissi, Vale ma sei sicuro? Lo ha sempre odiato e quello che pensava tre anni fa era la verità». «Ma secondo te questo qua in camera aveva il poster di Valentino? Ma non scherziamo, può darsi che lo aveva a 3 anni, date retta a me che lo so», conclude.

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