Quarant’anni con la racchetta: il tennis di Bisello

L’istruttore della Commodore Academy: «Livello in crescita, ma la politica manca in promozione»

MONTEGROTTO. Quarant’anni di tennis e non sentirli: l’istruttore padovano Giuliano Bisello, della Tennis Commodore Academy di Montegrotto, festeggia 40 anni di carriera, un traguardo che ne fa un vero vanto ed orgoglio veneto per questo sport.

1976 - 2016: una vita sui campi da tennis...

«In realtà ho addirittura cominciato prima, come palleggiatore, figura che non esiste più, e poi maestro. Devo confessare che lavorare da sempre a contatto con i bambini mi ha mantenuto giovane e pieno di passione, e fisicamente sto molto bene».

Cosa le ha regalato questo sport?

«Molte soddisfazioni e traguardi, miei e dei miei allievi. Il tennis è uno sport che richiede sacrificio, ma con chi ha avuto voglia di lavorare e dedicarsi non mi sono mai tirato indietro e abbiamo insieme ottenuto molti risultati. Buona parte dei migliori giocatori di Padova, e non solo, hanno lavorato con me».

I padovani amano il tennis?

«Intelligenza, passione, fisico: il tennis è uno sport straordinario, difficile non amarlo ed il nostro territorio è ricco di talenti e di appassionati. Il problema rimane da sempre purtroppo di natura politica perché non si è fatto e non si fa abbastanza per promuovere questo sport. 40 anni fa Panatta vinse gli Internazionali di tennis: possibile che da allora non abbiamo più avuto grandi giocatori? La federazione avrebbe dovuto fare di più, a mio parere, lavorando sul territorio. Dovremmo copiare dalla Spagna: ogni anno 4 o 5 giocatori spagnoli si presentano ai massimi livelli. Noi non abbiamo nulla da invidiare agli spagnoli, anzi, spesso i nostri giovani sono addirittura più promettenti. Purtroppo in Italia la federazione è diventata un organo più politico che sportivo».

Lei, oltre che noto professionista del settore, è anche un grande “creativo”, tant’è che ha realizzato una particolare partnership con la società Zed Grandi Eventi. Fa lezione ed interagisce anche con gli artisti che arrivano a Padova ,e non solo, per gli spettacoli?

«Zed ama molto lo sport, ho visto che nel backstage del Gran Teatro Geox è stata predisposta per gli artisti una bellissima palestra in collaborazione con Elan Vital e nelle varie serate ho avuto modo di conoscere parecchi personaggi. Tra i tanti, ricordo con piacere Fiorello, grande appassionato di tennis, che mi mostrò i filmati del suo gioco per farmi vedere la sua tecnica e per chiedermi cosa ne pensassi, con la promessa di rivederci in campo nelle sue future date padovane. Ho visto che ci sono tanti artisti in Veneto in questi giorni che amano il tennis in maniera profonda e ho fatto parecchi incontri memorabili. Molti anni fa ricordo che sul campo nacque un rapporto di stima e di simpatia anche con Fred Bongusto, che mi invitò nel camerino dopo lo spettacolo. Lo sport crea legami personali profondi».

Come vede il futuro del tennis a Padova e in Italia?

«In generale a livello giovanile ci sono degli ottimi talenti, ma fanno fatica a fare il grande salto. Molti anni fa si facevano numerose attività anche a livello regionale, oggi ci sono meno occasioni di crescita. Il movimento è sano, i giocatori sono tanti, ma manca il lavoro per far nascere le eccellenze».

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