Riccardo Serena, l’architetto del centrocampo del Padova

«Ho vissuto un’esperienza fantastica alle Universiadi conquistando anche la medaglia di bronzo. Adesso una stagione biancoscudata da protagonista»



Si può essere considerato un veterano anche a 22 anni e con meno di una trentina di presenze da professionista alle spalle. Si può essere calciatori anche se non si passa l’estate in barca ma sulla scrivania di casa a studiare. Si può guardare al futuro con una grande dose di ottimismo anche se la nuvoletta nera degli infortuni sembra non voler sparire mai. Riccardo Serena è uno dei pochissimi giocatori rimasti dal gruppo che poco più di un anno fa vinse il campionato di Serie C. Uno dei pochi ad aver vissuto tutte le fasi delle ultime schizofreniche stagioni biancoscudate, dall’esaltazione per la cavalcata vincente alla lenta e inesorabile disfatta in Serie B.

Un’annata da dimenticare in fretta e che il giovane centrocampista ha provato a lasciarsi alle spalle tuffandosi in un’estate… universitaria. La convocazione per le Universiadi di Napoli ha permesso a Serena di vestire la maglia azzurra da protagonista (con tanto di gol all’esordio) e di vincere una medaglia di bronzo che presto incornicerà. «Un’esperienza fantastica, che è andata oltre le mie aspettative», sorride Serena. «Ho vissuto due settimane sensazionali, dalla cerimonia di apertura alla finale vinta per il terzo posto. Vivevamo nel villaggio dove alloggiava tutto il calcio, maschile e femminile, oltre agli atleti del tiro con l’arco. La sera ci trovavamo con tutti gli altri e abbiamo avuto modo di conoscere ragazzi da ogni parte del mondo. E in più siamo riusciti a strappare la medaglia di bronzo. Può esserci un pizzico di rimpianto per aver mancato i primi due gradini del podio, ma il Giappone era veramente troppo forte».

La convocazione per le Universiadi Riccardo se l’è guadagnata non solo grazie alle ultime due buone stagioni in maglia biancoscudata, ma anche per un ottimo curriculum scolastico. Iscritto alla facoltà di architettura a Venezia, il centrocampista sta riuscendo a portare avanti calcio e studio. L’unico problema è che in quest’estate così impegnativa ha potuto riposare meno rispetto ai compagni. «Un po’ di vacanza l’ho fatta, anche se prima di partire per le Universiadi ho dovuto preparare due esami che fortunatamente sono andati bene. Mi sono riposato un paio di giorni, una volta terminato il torneo, per ricaricare le batterie in vista del ritiro».

Contro la Virtus Verona ha giocato per la prima volta da titolare in questo precampionato, giostrando da mezz’ala. Una buona prova, interrotta nella ripresa da un duro colpo alla caviglia che (si spera) dovrebbe essere smaltito nel giro di qualche giorno. «Credo che in campo si siano già visti i movimenti che abbiamo preparato in ritiro. C’è ancora tanto da lavorare ma siamo sulla strada giusta».

Le occasioni migliori per un Padova un po’ sterile sono arrivate proprio a Serena, che è andato due volte vicino al gol. «A centrocampo cerco di dare una mano in qualsiasi posizione venga chiamato in causa. Preferisco giocare davanti alla difesa, ma anche da mezz’ala non ho problemi sebbene sia un ruolo che devo ancora perfezionare. È vero che le occasioni migliori sono capitate a me, ma avrei dovuto segnare e soprattutto la seconda palla-gol mi è rimasta sullo stomaco».

Il tecnico garantisce che si sta già formando un buon gruppo. È così? «Stiamo lavorando tutti i giorni seriamente, ma appena finisce l’allenamento stacchiamo la spina e ci divertiamo, tornando immediatamente concentrati una volta che ci si rimette gli scarpini. Tutti i nuovi arrivati hanno voglia di essere protagonisti e noi vecchi a maggior ragione puntiamo a riscattare la scorsa annata».

Lei è rimasto uno dei pochi giocatori confermati, avverte maggior responsabilità? «Non ci penso, voglio solo giocare e divertirmi. È la mia terza stagione e sono felice, l’obiettivo è eliminare al più presto le scorie negative della retrocessione e riproporci alla grande per la prossima stagione». —



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