Russo: «L’arbitro? Non sapeva di chi fosse il fallo»
BOLZANO. La storia si ripete a stretto giro di posta. Così come due settimane fa a Pordenone, il Padova esce sconfitto di misura per colpa di un rigore molto contestato dagli stessi biancoscudati. L’arbitro Capone ha fischiato un fallo in area, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, punendo Michele Russo per una trattenuta. Il difensore biancoscudato, in sala-stampa, non se ne capacita e dà la sua versione: «L’arbitro ha detto di aver fischiato un mio fallo, ma l’uomo che marcavo era in piedi. La realtà è che siamo stati noi a subìre un blocco e dal campo ho avuto l’impressione che non sapesse nemmeno il direttore di gara su chi avesse fischiato il fallo. Mi ha detto che avevo trattenuto l’avversario, ma non è così, visto che io controllavo Tait e il fallo sarebbe stato commesso su Gliozzi. Non è la prima volta che succede e condiziona il risultato».
Eppure ancora una volta si è visto un Padova opaco.
«L'episodio del rigore pesa molto, ma dobbiamo analizzare le nostre responsabilità. Nel primo tempo abbiamo faticato a costruire gioco, mentre nella ripresa siamo cresciuti e questo può essere interpretato anche come un buon segnale. Nonostante le difficoltà, il gruppo è unito e ci tengo molto a sottolinearlo».
Anche Nicola Madonna, seppure abbattuto, prova ad infondere ottimismo: «Non sta andando bene», spiega l’esterno, «ma quando si lavora sodo come stiamo facendo noi, non si può che essere fiduciosi. Tra due settimane inizia un nuovo campionato, nel quale ce la metteremo tutta per provare a realizzare un sogno».
Come mai fate più fatica sugli esterni rispetto al solito?
«Le squadre avversarie stanno cercando di limitarci e prendere le contromisure. Ma il nostro lavoro porterà i frutti sperati nelle prossime partite».(ste.vo.)
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