Sarri torna a Firenze dove perse lo scudetto e prova a sfidare il suo personale tabù

torino. Il destino ha voluto così, ma per Maurizio Sarri sembra uno scherzo in puro stile “Amici miei”. Dopo essere stato fermato da una seria polmonite e ad un mese esatto dalla sua ultima apparizione pubblica, nel battesimo bianconero di Villar Perosa dello scorso 14 agosto, l’allenatore sabato pomeriggio debutterà sulla panchina juventina a Firenze.
La città e lo stadio che il tecnico – napoletano di nascita e toscano di vita – avrebbe volentieri dribblato per la sua prima volta, mentre un terzo luogo indigesto glielo eviterà il suo nuovo club. La Juve, infatti, ha evitato accuratamente di fissare il ritiro pre-partita nell’hotel dove Sarri e il suo Napoli persero lo scudetto nella notte del 28 aprile 2018, quando davanti alla tv videro i campioni d’Italia battere l’Inter in rimonta (con un gol decisivo realizzato da Higuain) e il giorno dopo vennero travolti 3-0 dalla Fiorentina. «Dovevamo andare a letto presto la sera prima», disse l’allenatore dopo qualche tempo, ancora avvelenato per quell’epilogo, «mi dispiace soltanto aver perso il campionato in albergo e non sul campo».
Ora la sfida tricolore riparte proprio dal “Franchi” e, considerando quel che gli ha già restituito la fortuna, vedi l’autogol del suo pupillo Koulibaly allo Stadium nell’ultimo Juve-Napoli, Sarri può sorridere e provare a sfidare un suo personalissimo tabù. Raramente l’esordio con la sua nuova squadra è vincente, visto che in carriera ha collezionato appena 2 successi su 12 prime volte. Entrambe nei primi turni di Coppa Italia, contro avversari dilettanti, quando guidava l’Alessandria e il Sorrento in Serie C tra il 2010 e il 2011. In pratica un’era geologica fa per l’uomo che ha scalato il mondo del calcio ed ora, a 60 anni, è chiamato a imporsi con la sua rivoluzionaria filosofia nella squadra più vincente e blasonata d’Italia.
Le partenze, però, sono rimaste il suo punto debole: al sarrismo serve tempo e pazienza, questo spiega perché ha perso all’esordio anche con Chelsea (Community Shield del 2018 contro il Manchester City dell’estimatore Guardiola) e Napoli (battuto dal Sassuolo nel 2015) .
Sarri non vede l’ora di cambiare musica e soprattutto di scendere in campo dopo aver assistito alle prime due vittorie, con Parma e Napoli, rispettivamente dal divano di casa e dal box privato nello stadio bianconero. Quei sei punti raccolti dal vice Martusciello sono un ottimo bottino per iniziare il vero viaggio nella Juve, oltre che un’assicurazione per evitare guai a Firenze. Contro i viola che possono schierare Ribery e Chiesa (Sarri voleva e vuole fortemente il giovane talento dei viola) , andrà in scena un big-match che non riapre solo il campionato dopo la sosta delle nazionali, ma dovrà dare una chiara risposta sulle potenzialità della sua Juve. Con la speranza di dare un dispiacere a papà Amerigo, fervente tifoso della Fiorentina, perché non c’è passato che tenga. Figurarsi l’hotel. —
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