Scandalo Pro Piacenza Il presidente Gravina revoca l’affiliazione alla Figc

roma. La surreale partita di Serie C, giocata da sette ragazzini e un massaggiatore del Pro Piacenza a Cuneo, finita 20-0 per i piemontesi, ha partorito ieri sanzioni pesanti. Anzi, pesantissime: subito l'esclusione dal campionato di competenza, fino alla decisione suprema del presidente Figc, Gabriele Gravina, che ha revocato l'affiliazione del club. La decisione è stata presa dopo "le gravi violazioni regolamentari nella partita di Cuneo, tali da far venire meno le condizioni minime previste dal sistema federale per la partecipazione al campionato di Serie C, che si aggiungono alle altre numerose irregolarità documentate". Un paio d'ore prima, il caso Pro Piacenza era stato esaminato dal giudice sportivo, che aveva già usato la mano pesante, decretando l'esclusione del club emiliano dal campionato e la sconfitta a tavolino 3-0. Erano stati sanzionati anche il massaggiatore-calciatore, con una squalifica fino al 31 dicembre, e uno dei tesserati, Salvatore Adelfio, inibito fino al 31 dicembre 2021. Il Pro Piacenza dovrà anche pagare una multa di 20 mila euro.

Sul caso Cuneo-Pro Piacenza è scesa in campo anche la politica. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti, ha definito "una vergogna inaudita", quanto accaduto. "Vergogna" è la parola più ricorrente nei commenti. «In questa vicenda c'è un altro aspetto che mi inquieta: il fatto che i genitori non si siano opposti a far scendere in campo e a far vivere un'esperienza disastrosa a quei ragazzini per il solo scopo che, ai loro amici, tra qualche anno potranno dire “mio figlio ha debuttato nel calcio professionistico”», le parole di Francesco Ghirelli, presidente Lega Pro. —

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