«Senza milza sono più forte»

Valeria Straneo: «Corro pensando ai figli che ho lasciato a casa»
Valeria con il marito Manlio
Valeria con il marito Manlio

PADOVA. Più difficile correre alla maratona di New York o dietro a due bambini di 7 e 6 anni?

«In effetti, la preparazione atletica e le gare sono impegnative, ma anche fare la mamma non si scherza».

Valeria Straneo è questo: maratoneta top e mamma di Leonardo (8 anni a gennaio) e Arianna di 6.

«Purtroppo per sostenere le gare e anche gli allenamenti sono costretta a stare lontana da loro anche per alcune settimane e questo pesa sia a me che a loro. Se posso dire di avere un rammarico è forse solo di non aver abbastanza tempo e giornate più lunghe per poter fare tutto, sia l’atleta che seguire di più i miei figli».

Fortuna che c’è suo marito, Manlio Esposito, ex quattrocentista ad ostacoli, sempre accanto alla moglie, a sostenerla durante le competizioni. E i nonni. «Abbiamo la fortuna di averli tutti e anche vicini» racconta Manlio «e questo aiuta molto. In questo modo Valeria può dedicarsi alle gare: erano la sua passione e sognava di partecipare alle Olimpiadi per cui l’ho spinta a farlo, pur sapendo che saremmo andati incontro a molti sacrifici».

Valeria Straneo era al Crown Plaza hotel, testimonial al convegno «Fisiologia muscolare e alimentazione negli sport di endurance» insieme al dottor Nicola Sponsiello, noto medico nutrizionista. Valeria, 37 anni, ottava alla maratona alle Olimpiadi di Londra 2012, quest’anno è arrivata quinta a New York ed è salita sul podio nella mezza maratona ai giochi del Mediterraneo di Mersin (oro), ai Mondiali di Mosca (argento) e alla mezza maratona Rock'n'roll di Lisbona (oro). «Sembra assurdo ma è stata la mia malattia a darmi la forza di raggiungere i migliori risultati» spiega l’atleta, affetta come le sorelle, il padre e anche la figlia dalla sferocitosi ereditaria, che causa la distruzione dei globuli rossi e un costante stato di anemia. «Dopo l’asportazione della milza nel 2010 ho raggiunto un’ossigenazione ottimale e i risultati si vedono». Un percorso un po’ alla rovescia quello di Valeria: parte tardi con l’attività agonistica, a 25 anni.

«Forse proprio avere già una famiglia e soprattutto dei figli mi ha dato la serenità necessaria ad affrontare i sacrifici necessari alla carriera sportiva. È innegabile che quello che di sacrifica di più è mio marito, che deve stare a casa coi bambini, fargli fare i compiti, portarli a fare sport. Io non affronterò più maratone che mi portino lontano: l’esperienza in Kenya è stata meravigliosa, ma non li ho visti per un mese». Tra i prossimi obiettivi dell’atleta ci sono gli Europei di Zurigo del prossimo anno e alcune mezze maratone.

Cristina Salvato

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova