Silvia Bortot regina d’Europa dopo una lunga battaglia piega la belga Gontaruk

SAN BONIFACIO (Verona). Una vittoria non facile ma sacrosanta quella della valchiria del ring Silvia Bortot contro la belga Djemilla Gontaruk per la cintura europea di boxe femminile dei pesi superleggeri. La campionessa in carica venerdì sera in un Palaferroli di San Bonifacio (Verona) gremito di pubblico, dopo una partenza incerta che ha visto la sfidante, soprannominata “Pitbull”, prevalere in virtù della facilità a guadagnare la corta distanza, dalla sesta ripresa in poi ha tirato fuori il suo talento e ha chiuso il match in suo favore.
Due giudici hanno assegnato alla pugile trevigiana che lavora come graphic designer a Padova, due punti di vantaggio (96 a 94) mentre uno, fin troppo magnanimo, ha visto Bortot prevalere di ben 4 punti (97 a 93). Alla fine la maggiore statura non è stato un vantaggio per la campionessa perché la sfidante, di una decina di centimetri più bassa, riusciva a passare sotto i suoi colpi di sbarramento dell’italiana.
«Ho sofferto le prime due riprese perché l’avversaria veniva con la testa bassa», afferma Bortot. «Sicuramente potevo fare di più, anche perché fisicamente stavo bene. Credo, comunque, che sull’esito del match non ci siano dubbi: i colpi migliori li ho portati io. Ho avuto un calo di concentrazione alla quinta ripresa, sentivo che i colpi della sfidante non facevano male e mi sono adagiata. A livello psicologico devo ancora migliorare».
Ai microfoni di Rai Sport dopo il match Silvia, che ama i tatuaggi (in uno di questi c’è scritto “la boxe mi rende bella”), ha rivelato come grazie al pugilato e agli sport da combattimento è riuscita a vincere la bulimia nervosa scoperta all’età di 16 anni.
Dopo una brillante carriera dilettantistica solo nel 2016, all’età di 31 anni, è passata al professionismo sotto la guida del tecnico della Boxing Fighers di Verona, Luca Tescaroli. In appena tre anni ha bruciato le tappe.
Lo scorso gennaio in Francia ha conquistato il titolo europeo dei superleggeri battendo per kot Hèlene Marie Meron. Venerdì sera la difesa e ora, per l’unica campionessa che la boxe femminile italiana si fregia, non è escluso arrivi la proposta di una sfida a livello mondiale. —
Gianni Biasetto
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