Sotomayor, dai salti a piedi nudi al record che resiste dal 1993

PADOVA. Javier Sotomayor è un omone alto quasi due metri, con gli occhialoni alla Lenny Kravitz e la pelle resa dorata dal sole cubano. Il suo essere speciale sta nelle sue gambe, che l'hanno fatto...
Di Cristina Chinello
MATOLI - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - INCONTRO CON JAVIER SOTOMAYOR A SCIENZE POLITICHE
MATOLI - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - INCONTRO CON JAVIER SOTOMAYOR A SCIENZE POLITICHE

PADOVA. Javier Sotomayor è un omone alto quasi due metri, con gli occhialoni alla Lenny Kravitz e la pelle resa dorata dal sole cubano. Il suo essere speciale sta nelle sue gambe, che l'hanno fatto volare in alto più di ogni altro essere umano: era il 1993, e il record del mondo, firmato da questo atleta che oggi ha 48 anni, è tuttora imbattuto. Due metri e 45 centimetri.

Strano il destino di un atleta che soffriva di vertigini. Più o meno questo ha raccontato ieri pomeriggio Javier, ospite dell’associazione Cubanordest e dai docenti del corso di aggiornamento professionale in studi latinoamericani e dei Caraibi dell’Università patavina, in un incontro che si è tenuto in una delle aule di Scienze politiche. «Quando ho iniziato, a 10 anni, a fare atletica, non mi piaceva il salto in alto perché avevo paura dell'altezza, ma a 14 anni ero il migliore perché riuscivo a saltare due metri, a 16 anni ho fatto il mio primo record del mondo nella categoria Cadetti, due metri e 33 centimetri: se ci penso ora, è stato più difficile quello, del record sui 2.45».

Del primato tuttora suo, dice: «Ne sono orgoglioso e contento, sembra ieri». Diventare un atleta, per un cubano, è molto ambito: «Solo i migliori accedono alla “Escuela superior de perfeccionamento atletico”, vi si accede solo superando una selezione molto severa».

Tutto questo, naturalmente, non è caduto dal cielo, ma è stato possibile grazie a un programma ben preciso che affonda le sue radici nella costituzione cubana: «Lo sport è importantissimo a Cuba, fin dalle scuole primarie», ha raccontato ancora il campione, «Ogni settimana anche i bambini hanno fra le 8 e le 10 ore di attività fisica, e anche quando diventano più grandi lo sport è sempre sostenuto e incentivato, tanto che la nostra popolazione è fra le più sane al mondo. Non solo: essendo lo sport considerato formativo per l'essere umano, sia nella teoria, sia nella pratica, va obbligatoriamente di pari passo con lo studio. Gli atleti cubani sono obbligati ad avere buoni risultati anche nello studio».

Un ampio movimento di base permette la crescita di grandi talenti sportivi. «Il mio Paese infatti può vantare 208 medaglie olimpiche», sottolinea Sotomayor, «Ed è un indice altissimo, se consideriamo l'estensione e la popolazione di Cuba, nonché le difficoltà di mezzi che abbiamo».

A tutt'oggi - sottolineano i correlatori universitari - molti atleti cubani non possono acquistare attrezzi o abbigliamento statunitense, sia per effetto dell'embargo, rientrato solo da poco dopo decenni, sia per il costo elevato che questi oggetti hanno. «E così si finisce per fare sport anche a piedi nudi».

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