Stadio Euganeo, alle 15 il Padova affronta l'Albinoleffe

Debutta mister Pillon: "Proviamo a vincere, gara importante per morale e classifica"
EDEL-FOTO PIRAN-PADOVA TAFURO NUOVO PREPARATORE ATLETICO CALCIO PADOVA
EDEL-FOTO PIRAN-PADOVA TAFURO NUOVO PREPARATORE ATLETICO CALCIO PADOVA

PADOVA. Piaccia o meno, è il momento di voltare pagina. L’esonero di Carmine Parlato, arrivato dopo lo scialbo 0-0 in casa della Pro Patria, è ormai alle spalle: società, squadra e tifoseria devono guardare avanti. Tanto più perché Giuseppe Pillon, che a distanza di 17 anni torna all’Euganeo da allenatore dei biancoscudati per la sfida con l’Albinoleffe, eredita una situazione non facile. Il Padova non vince da oltre un mese, si ritrova pericolosamente a ridosso della zona playout, segna poco e subisce troppo. Aggiungiamoci pure che sinora, contro due delle ultime tre formazioni del fondo classifica (Renate e Pro Patria, la terza è proprio l’Albinoleffe), non è andato oltre lo 0-0, ed ecco chiarita l’importanza della sfida di oggi.

Il tecnico trevigiano ridisegna la squadra adattandola al 4-4-2, il suo marchio di fabbrica: fuori Niccolini, Cunico e Bucolo, dentro Favalli (al rientro dalla squalifica), ma soprattutto Giandonato ed Altinier, con Ilari e Petrilli ad agire sulle corsie esterne. La nuova stagione del Padova, dunque, comincia con la prima partita di dicembre. «Le sensazioni sono positive», le parole di Pillon alla vigilia, dopo due soli allenamenti effettuati con il gruppo alla Guizza. «Ho visto i ragazzi molto impegnati e molto applicati. Quello di domani (oggi, ndr) anche per me è un debutto importante, voglio vedere la squadra come si comporterà, è una partita importante per il morale e per la classifica. Dovremo dare il massimo e cercare di far bene. E provare a vincere, soprattutto».

Come hanno reagito i giocatori al suo arrivo?

«Li ho visti abbastanza bene, anche nell’ultima rifinitura del venerdì ho avvertito molta partecipazione e molto ritmo, una squadra positiva insomma. È normale che qualcuno di loro fosse un po’ attaccato all’allenatore che mi ha preceduto, ma piano piano la concentrazione andrà sulla partita, ne sono sicuro».

Quali tasti ha deciso di toccare, per risollevare un po’ il morale della truppa?

«Ho parlato a livello globale con tutta la squadra, senza fermarmi con i singoli. Io di solito amo parlare sempre con tutto il gruppo: ho chiesto di applicarsi e di avere rispetto per me e per il mio staff, per chi lavora con loro. E soprattutto di cercare di venire fuori da questa situazione, perché lo si può fare solo tutti insieme».

Tatticamente è pronto il passaggio al suo “caro” 4-4-2?

«Li ho visti bene con questo nuovo modulo, anche se è normale che, per vedere qualcosa di quello che voglio, ci vorrà un po’ di tempo. In un giorno e mezzo non ho potuto incidere più di tanto, ho cercato solo di mettere un po’ di ordine nelle cose, e di dare alla squadra i primi princìpi, che spero metta sul campo».

Che avversario si aspetta?

«L’Albinoleffe credo che ci aspetterà, che chiuderà tutti gli spazi. Dovremo fare una gara molto diligente, attenta, cercando di attaccare con giudizio, e soprattutto senza concedere mai spazi eccessivi a chi ci sta di fronte. Non dovremo avere fretta, servirà tutta la pazienza possibile per trovare gli spazi giusti e condurre in porto la gara».

Alla presentazione ha detto che Neto Pereira va valorizzato: come?

«Neto è una seconda punta, dal mio punto di vista. Ed è per questo che va aiutato con gli esterni o con un’altra punta che lavori in modo diverso, che attacchi la profondità: a questa squadra proprio la ricerca della profondità è una delle cose che mancano. Se le due punte si muovono bene, tutto potrebbe girare nella giusta direzione».

E Giandonato? Lo vede anche nel 4-4-2?

«Se tutti lavoriamo bene, tutto si può fare dal punto di vista tecnico-tattico: Manuel può giocare anche in un centrocampo a quattro, come uno dei due centrali, basta che gli esterni lavorino come si deve».

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