Tasca Racing, è jella Tonucci cade e Hyuga parte male

La vita del MotoGp corre a molteplici velocità. Il gran premio d’Italia del Mugello, l’appuntamento più atteso dagli amanti delle due ruote, richiama decine di migliaia di persone da tutto il mondo. Non si contano i bikers (anche perché parcheggiare la moto è di gran lunga più semplice dell’auto, e anche a scivolar via si fa prima). Nel paddock è una caccia all’autografo e alla foto: la gente in fila di fronte ai tir di Valentino Rossi non fiata un secondo per la lunga attesa. Attorno, è un pullulare di feste, aperitivi, pranzi. L’hospitality funziona a pieno regime. Ci sono le ombrelline: alcune sono bellissime, avatar sui trampoli con uno stacco di gamba che parte dall’ascella dei comuni mortali. Sorridono solo per venir bene in foto e non si capisce proprio se si divertano, ma questo è un altro discorso. Nel box del Tasca Racing, la squadra padovana di Moto3 guidata dal presidente Enrico Tasca e dal team manager Giorgio Bertelli, è un continuo smontare e rimontare le due moto. Avanza mai qualche pezzo? «A volte» sorridono i meccanici, «quando si è tritato, allora invece di trovarlo intero, ne trovi pezzi».
La squadra nostrana soffre parecchio del gap che ha dato Ktm a tutti, eppure anche su Honda c’è chi tallona il gigante austriaco (Jack Miller, giunto quarto in qualifica, Niccolò Antonelli, settimo ma a lungo spina nel fianco dei primi). E forse le modifiche decise qualche giorno fa, aiuteranno a ridurre la distanza. I due piloti: Hyuga Watanabe sta ancora prendendo le misure, ma Alessandro Tonucci sente la pressione del pubblico di casa e dopo una partenza sorprendente nel turno di qualifica, cede il passo e chiude solo diciassettesimo. E questo per il Tasca Racing significa solo una cosa: dopo aver lavorato sulle moto, ora è il caso di concentrarsi sui piloti. Ieri, poca è stata la fortuna per il team, come riassume Bertelli: «La gara si è conclusa prematuramente per Tonucci che ha perso il posteriore ed è caduto nei primi giri. Hyuga, partito male, non è riuscito a sfruttare la moto appieno».
Un’occasione sfumata, proprio nel circuito di casa. «Vede quella collina?» indica Bertelli, «è la dimostrazione che c’è la crisi: gli anni scorsi solo lì era sempre tutto pieno, c’erano almeno sessanta mila persone. Ora se ce ne sono quindici mila, son tante». E tanti sono gli euro del costo del biglietto. Eppure c’è chi non ci rinuncia (molti partendo da Padova e Venezia). Il circus delle due ruote sarà pure impoverito, ma gira che è un piacere. Come le ruote delle moto in pista e i loro motori, il cui suono cambia a seconda della categoria, fino ad arrivare alla musica, quando sul circuito del Mugello volano i big.
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