Thomas, il giocatore sordo che ha vinto tutto e ora sogna di diventare “pro”

PADOVA. Thomas è sempre andato di corsa. Da quando era in fasce, senza mai fermarsi. Ha saltato gli ostacoli che il destino gli ha messo di fronte e ogni volta che tagliava un traguardo alzava sempre...

PADOVA. Thomas è sempre andato di corsa. Da quando era in fasce, senza mai fermarsi. Ha saltato gli ostacoli che il destino gli ha messo di fronte e ogni volta che tagliava un traguardo alzava sempre più l’asticella. Thomas Scotton, ha 24 anni ed è una laterale in forza al Calcio Padova di futsal. Ha un passato nel calcio a 11, ha esordito quest’anno in serie C1. Sembrerebbe una storia come tante, se non fosse che Thomas è sordomuto dalla nascita. «Sono nato da genitori sordi, ma fin da piccolo ho iniziato a frequentare un istituto specializzato», spiega, «Da quando avevo tre anni ho seguito corsi e lezioni di logopedia per riuscire a parlare. Per questo, grazie a studi e progressi della tecnica, la maggior parte delle persone nelle mie condizioni di fatto è solo sorda, ma non muta». Thomas, infatti, parla perfettamente, ha completato gli studi elementari e medi nelle scuole per udenti, prima di iscriversi all’istituto per sordi. Nato a Camposampiero, si è trasferito a Padova per amore. Perché va sempre di corsa: «Mi sono sposato a 20 anni con Manuela, anche lei sorda e più grande di me. È stato un colpo di fulmine e la mia famiglia mi ha appoggiato». L’altro colpo di fulmine, invece, è quello per il calcio. «Ho iniziato a giocare a 5 anni e non ho mai smesso. Ho cominciato al San Marco, poi Bassanello e Martellago dove ho esordito in Promozione prima di passare, la scorsa stagione, al calcio a 5 in serie C2».

La sua condizione non l’ha mai rallentato: «La sordità è un problema che non mi sono mai posto e il calcio è la mia grande passione e credo di non avere nulla meno degli altri. Io ho sempre sentito grazie a agli apparecchi installati nelle orecchie: quelli che uso ora sono di ultima generazione e non c’è il rischio che li perda per un contrasto di gioco». Eppure, nel corso della sua carriera, non sempre è stato trattato come gli altri: «Qualche allenatore si è fatto troppi scrupoli. “Questo è sordo, se lo chiamo magari non si gira, forse non capisce” e cose così. Quest’anno, invece, al Padova ho sentito la fiducia di tutti, mister Rodriguez in primis». In cerca di lavoro, con l’hobby dei tatuaggi, Thomas è una star del calcio per sordi. Ha vinto scudetti e coppe e la prossima estate parteciperà con la nazionale alle Deaflympics, le Olimpiadi dei sordi a Samsun, in Turchia. Il suo sogno, però, è un altro: «Mi piacerebbe diventare un calciatore professionista, nessun sordo c’è mai riuscito. So che ho già 24 anni ma non mi accontento. Quando il Padova di Parlato era in Serie D feci un provino, ma non andò bene. Mi resta un ricordo bellissimo e spero di avere altre occasioni».

Stefano Volpe

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