Tim Cup. Il Pordenone sfida l’Inter a San Siro Per i tifosi è una festa

PORDENONE. E se davvero il Pordenone... Ma no, non ci crede nessuno, anche se a dire il vero qualche bella favola negli ultimi tempi il calcio è riuscito a regalarla. Comunque vada sarà una giornata...
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA. 10.09.2016.- CALCIO. VENEZIA-REGGIANA. LEONARDO COLUCCI E PIPPO INZAGHI
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA. 10.09.2016.- CALCIO. VENEZIA-REGGIANA. LEONARDO COLUCCI E PIPPO INZAGHI
PORDENONE. E se davvero il Pordenone... Ma no, non ci crede nessuno, anche se a dire il vero qualche bella favola negli ultimi tempi il calcio è riuscito a regalarla. Comunque vada sarà una giornata che i tifosi neroverdi potranno raccontare ai posteri. Luci a San Siro, scomodando Vecchioni, per un inedito Inter-Pordenone ottavo di finale di Coppa Italia stasera alla 21. Perché a San Siro, perché a quest’ora e magari anche perché a metà dicembre, tra rischi di neve o di nebbia e certezze di congelamento, dovrebbe spiegarlo la Lega alla gente, ma c’è il ritornello dei diritti televisivi e allora se va bene alle società figurarsi se ci si preoccupa dei tifosi. In questo caso poi diventa quasi un regalo. Il “piccolo” (con tutto il rispetto) Pordenone al cospetto dell’Inter, altro che derby con la Sanvitese come in passato o una buona Serie C come adesso. E i cuori neroverdi sono felici: quattromila sicuri, altri fuori conto che partiranno in macchina, fra risate, racconti e qualche bottiglia di bianco nel portabagagli. Il Pordenone non ha nulla da perdere, i tifosi hanno pronto lo striscione per salutare i colleghi dell’Inter: «Noi e voi mai in serie B». In partenza dal “Bottecchia” una quarantina di pullman e centinaia di auto private. Centinaia di ragazzi del settore giovanile neroverde e delle formazioni satellite, classico viaggio-premio, e poi il tifo organizzato (una cinquantina anche a Cagliari nel turno precente, 2-1 e chi l’avrebbe detto) ci sarà anche una delegazione dall'Area Giovani del Cro di Aviano, il reparto in cui sono ricoverati pazienti oncologici giovani e adolescenti.


Non ci sono precedenti, al massimo si può metterla in chiave rettile, il biscione interista contro i ramarri (sono così chiamati) del Pordenone, neroverdi con la maglia uguale a quella del Sassuolo. Alla guida della squadra Leonardo Colucci
(nella foto)
, ed ecco uno che il terreno di San Siro lo ha calpestato, quando giocava in serie A. Leggendaria la sua spiegazione della vittoria a Cagliari nel turno precedente: «I miei ragazzi conoscevano i giocatori del Cagliari perchè li avevano al Fantacalcio». Per tutti resta un sogno, comunque, soprattutto per quelli che una decina d’anni fa hanno vissuto il fallimento e negli ultimi anni si sono visti sfuggire di un niente la promozione in B, alle finali playoff. E il presidente Lovisa ha fatto la promessa più impegnativa: «Se battiamo l’Inter torno a casa a piedi». «Anch’io», ha aggiunto Colucci. Attenzione ragazzi, sono più di 350 chilometri, fa un freddo becco. E poi cosa si fa per il quarto di finale?


Carlo Cruccu


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