Tre personaggi in cerca di salvezza: due indagati, il terzo teme di dover pagare per gli altri

Sono tre i personaggi che, con responsabilità diverse, hanno avuto un ruolo fondamentale nel precipitare degli eventi in casa biancoscudata, a partire da gennaio 2014 e sino alla fatidica data del 15 luglio 2014, quando, a causa della mancata presentazione del ricorso alla Covisoc, il Padova non viene iscritto al campionato di Lega Pro, scomparendo dal calcio professionistico, pur restando affiliato alla Figc: Diego Penocchio, Andrea Valentini e Marcello Cestaro. Il primo, 59 anni, bresciano, imprenditore del settore meccanico-metallurgico (il gruppo Ormis che dirige ha sede a Castegnato), irrompe sulla scena a fine giugno 2013, quando, dopo una trattativa rapidissima, acquista la Spa di viale Rocco dal cavaliere di Schio, diventando presidente con il 48% del pacchetto azionario (mentre alla Unicomm resta il 52%), per poi acquisire il 100% delle quote alla fine dell’anno, quando l’ex patron esce definitivamente di scena. Il costo dell’operazione è di 200 mila euro, pari al valore delle 200 mila azioni intestate a Iniziative Euganee, la srl appositamente costituita con capitale sociale di 10 mila euro.
Cestaro, 76 anni e mezzo, proprio per il fatto di essere rimasto all’interno del Cda sino a dicembre, è coinvolto a pieno titolo nella disastrosa gestione dell’ultimo campionato di serie B, e ora, dopo aver dato i soldi della sponsorizzazione Famila a Penocchio (oltre 3 milioni di euro), rischia di doverne versare altri 6-7 per pagare i debiti del club, sempreché ci sia un’intesa completa sul piano di rientro, che non è stato ancora presentato in Tribunale, nonostante sia trascorso più di un mese dalla rinuncia al concordato preventivo.
Quanto ad Andrea Valentini, 68 anni, maceratese, è stato il “braccio operativo” di Penocchio, insieme al quale è indagato dalla Procura della Repubblica per i possibili intrecci fra Parma e Padova. Amministratore delegato della società, prima è entrato in collisione con l’ex direttore sportivo Alessio Secco, poi con la tifoseria. È sparito anche lui, come Penocchio, seguito dal figlio Marco, subentrato poi a Secco nella gestione dell’area tecnica. (s.e.)
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