Triathlon, nasce un’Accademia per far emergere i nuovi talenti

Stefano Volpe

Padova

Una fresca novità per cercare di lanciare definitivamente uno sport in grande crescita. È nato “1to Tri Academy” un gruppo di lavoro padovano sviluppato da un’idea di Davide Gomiero con lo scopo di unire, far crescere ed emergere atleti di alto livello nel mondo del triathlon. Non una vera e propria società ma un team altamente specializzato in materia che si affianca alle associazioni sportive e aiuta gli atleti a districarsi in una disciplina tanto affascinante quanto complessa.

Il fondatore, come detto, è Davide Gomiero, 32enne di Vittorio Veneto ma trasferito da tempo a Padova per motivi di studio e lavoro. Ex triatleta, dopo aver smesso di gareggiare a livello agonistico ha sfruttato la sua laurea in scienze motorie per restare in un mondo che ama.

«Il triathlon è una scuola di vita», spiega Gomiero, «I nostri atleti grazie alla loro disciplina possono diventare ispirazione ed esempio per molti giovani. Collaboriamo già con varie società e aiutiamo i ragazzi anche a conciliare lo studio con l’attività sportiva. Per il momento seguiamo cinque atleti, Stefano Rigoni, Nicolò Ruggero, Alessandro Galeazzo, Marta Passerini e Francesca Tarantello che ci stanno dando grandi soddisfazioni nelle gare nazionali e internazionali».

Come funziona la vostra attività?

«Affianchiamo le società che, per mancanza di tecnici o strutture, non possono seguire tutto a 360 grandi. Non siamo in concorrenza con loro ma vogliamo appunto fungere da supporto e lavorare in sinergia. Io sono preparatore atletico, programmo e seguo gli allenamenti dei ragazzi che in questa disciplina si cimentano con nuoto, bicicletta e corsa. Il nostro obiettivo a lunga scadenza è quello di creare a Padova un vivaio che possa essere da fulcro per la nazionale grazie anche all'ottima tradizione veneta».

Cosa rende così speciale il triathlon?

«Grazie a questo sport si impara a conoscersi meglio, si prende coscienza dei propri limiti e di dove può arrivare il corpo. E poi è una disciplina inclusiva. A tutte le gare partecipano atleti di qualsiasi categoria, dagli amatori di 80 anni agli agonisti. Dai giovanissimi ai campioni. Ed è splendido alla fine di ogni gara assistere a un vero terzo tempo dove si mangia e si sta tutti assieme. Un ambiente che unisce e riempie di gioia, ripagando ciascun atleta dei tantissimi sacrifici compiuti in gara e allenamento». —



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