Troppo Immobile per il Cittadella
Il bomber apre e chiude i conti per la Lazio. Di Bartolomei (su punizione) il gol dell’onore
INVIATO A ROMA. L’immagine da tramandare ai posteri è l’abbraccio affettuoso con cui i giocatori granata si congedano, alla fine, dai loro supporter. Come nel 2005 (era l’8 dicembre), il Cittadella paga dazio con la Lazio agli ottavi di finale della Coppa Italia. Allora fu 2 a 0 (con gol, guarda caso, di Simone Inzaghi e Pandev) e al ritorno, al Tombolato, non si andò oltre lo 0 a 0. Stavolta il 4 a 1 con cui, in gara secca, i capitolini chiudono i conti non fa una piega. Partita mai in discussione, eppure il Citta ha salvato l’onore con la rete della bandiera. Pensare di sbancare l’Olimpico, dopo aver eliminato Bologna e Spal, francamente era troppo. Gli applausi ci stanno tutti, in ogni caso.
Pratica chiusa dopo 36’.
«Dai campi de bisi ai campi Elisi» recita il lungo striscione che i tifosi ospiti - più di 250, mossisi dal Veneto con 4 pullman, 2 pullmini e diverse auto - hanno steso nello spicchio di curva Sud loro riservato. Il richiamo è ad uno dei motti del “Gladiatore”: «
Se vi ritroverete soli, a cavalcare su verdi praterie col sole sulla faccia, non preoccupatevi troppo, perché sarete nei campi Elisi, e sarete già morti
». Parole di Massimo Decimo Meridio, che nel film di Ridley Scott è magistralmente interpretato da Russel Crowe. La passerella romana, in una serata umida ma non fredda (quando si inizia ci sono 12 gradi), è un’occasione storica e la parola d’ordine è partecipare, in modo colorito e goliardico, all’evento.
Nessuno s’illude su quello che potrà fare la squadra di Venturato, che per nove/undicesimi si affida agli stessi giocatori che hanno espugnato Ferrara il 28 novembre, con le sole eccezioni di Pezzi e Camigliano, al posto di Salvi (in panchina) e Caccin (infortunato), mentre Benedetti è influenzato. È il Citta-2, anche se il tecnico non lo considera tale, comunque in grado di fare la sua dignitosa figura. Solo che la Lazio è “carica” come una tarantola pronta ad iniettare il suo veleno mortale nelle vene altrui: la beffa in campionato con il Torino “scotta” troppo per pensare che sia stata digerita senza colpo ferire. La conseguenza è una partenza a razzo degli uomini di Inzaghi, che aspettano solo l’errore dell’avversario per sbloccare lo 0-0 e fare la differenza. In 36’ la partita è in cassaforte per i biancocelesti, che aprono le danze all’11’ con Immobile, bravo a filare via, su
assist
di Milinkovic-Savic, tra Adorni e Pelagatti, ad evitare Paleari in uscita e a calciare a colpo sicuro, con Pelagatti che, in scivolata, tenta disperatamente di evitare che la palla entri, e invece la spinge nel sacco. Poi, dopo una traversa colpita di testa da Milinkovic-Savic (12’), un paio di occasioni capitate a Felipe Anderson e fallite banalmente, e un tiro di
baby
Fasolo respinto con i pugni da Strakosha, l’unica azione architettata dal Citta nei primi 20’, arriva il raddoppio: splendido lancio filtrante del brasiliano Leiva per Felipe Anderson, che stacca Camigliano con passo da centometrista e batte Paleari in uscita, facendogli passare la sfera tra le gambe (25’). Il
tris
è la conseguenza dell’autogol di Camigliano, che, pressato da Wallace, su angolo di Murgia, devia di testa fra palo e portiere (36’).
Punizione-bomba di Bartolomei.
L’orgoglio granata è il valore aggiunto della squadra padovana, che al 41’ trova il modo di ridurre le distanze con una “botta” micidiale su piazzato di Bartolomei, che “buca” Strakosha dai 25 metri mandando la sfera sotto la traversa. La sua gioia è anche quella della ventina di amici che lo hanno seguito dalla Toscana sino a Roma, testimoni di uno splendido gesto balistico del centrocampista.
Immobile chiude.
Il Citta non demorde dopo l’intervallo, tiene testa ad una Lazio per forza di cose meno motivata che all’inizio e giunge tre volte pericolosamente alla conclusione, impegnando Strakosha. Il
poker
viene calato agli sgoccioli del match da Immobile che,lanciato magistralmente da Gabarron, fa lo scavetto a Paleari (42’).
Fuori a testa alta, mentre i biancocelesti se la vedranno il 26 dicembre con la Fiorentina nei quarti di finale. Da oggi si pensa alla trasferta di Brescia di domenica: partita molto delicata, da affrontare con le migliori forze a disposizione.
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