Un’esplosione di iscrizioni dopo la fusione

Tutti gli allenatori hanno il patentino Uefa. Il responsabile del settore giovanile: «Puntiamo a diventare una Scuola Calcio»
Di Francesco Cocchiglia

PADOVA. Grego-Trinitas-Pontevì balza all’occhio subito. Il sodalizio di oggi è il frutto di una pratica ormai consolidata, quella delle fusioni che danno respiro e nuova linfa alle società, unendole in crisi per riformarle solide e forti. Questo, che negli anni ha collegato Gregorense, Trinitas, San Carlo e Pontevigodarzere, è decisamente il caso: il settore giovanile conta circa 200 atleti, divisi tra settore di base – tutti i bambini delle annate tra il 2003 e il 2008 – e le tradizionali categorie esordienti, allievi e juniores. «La società di oggi è il risultato del consolidamento del grande lavoro svolto dalle varie società», spiega Simone Grendele, responsabile del settore giovanile, «Con l’ultima unione, tra Gregorense - Trinitas e San Carlo - Pontevì, abbiamo avuto una positiva esplosione dei numeri, che ha comportato un’ovvia necessità di ampliamente del corpo dirigenziale: oggi abbiamo una rete di persone direttamente responsabili delle varie squadre, che ci permette una gestione altrimenti impossibile». La società di via Schiavone, rione San Gregorio nel popoloso quartiere dell’Arcella, riunisce ragazzini provenienti da ogni angolo della cintura Padova-Nord, delle origini e delle culture più disparate, diventando un vero e proprio punto di riferimento per il territorio. Ma il vero punto di forza è un altro: «Nel nostro staff tecnico, tutti gli allenatori sono diplomati Uefa, o lo faranno a breve: si tratta di un patentino rilasciato dalla Figc che permette di allenare tutte le squadre giovanili, dai primicalci agli juniores, rilasciato dopo un corso di formazione molto impegnativo. Questa è per noi una prerogativa fondamentale: i nostri allenatori hanno una preparazione calcistica, ma anche psicologica, pedagogica e atletica. Sappiamo che sono preparati sotto tutti i punti di vista, e che i ragazzi a loro affidati cresceranno – calcisticamente e umanamente – nel modo migliore». Con il passare degli anni, dall’attività ludico-motoria dei più piccoli si passa ad un graduale, seppur ovvio, occhio di riguardo verso il punto di vista strettamente calcistico: «Non c’è una vera e propria selezione», spiega Grendele, «Ma dai 13 anni in su cerchiamo di far intraprendere ai ragazzi la strada migliore a seconda delle loro capacità. Il nostro obiettivo è quello di diventare una Scuola Calcio».

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