Venturato, una cavalcata che diventa storia

Il tecnico di Atherton agli ultimi giorni con il Cittadella: lascia dopo una promozione, cinque playoff in B e due finali per la A
Diego Zilio

Diego Zilio / CITTADELLA

Quando è arrivato sotto le mura, a dirla tutta, sembrava che fosse ormai fuori dal giro che conta. L’ultima stagione l’aveva trascorsa in Serie D, alla guida della Pergolettese. Ma per trovare un’esperienza a un certo livello occorreva risalire alla finale dei playoff per la promozione in B del 2009-2010, quando la sua Cremonese era stata superata dal Varese. Da allora Roberto Venturato era rimasto anche per due anni senza allenare. Non solo, colpivano il fatto che il direttore Marchetti - che lo conosceva bene avendoci giocato assieme e che più di tutti garantiva per lui - per sostituire Foscarini fosse addirittura andato a pescare un australiano. «I miei genitori erano emigrati ad Atherton per lavoro. Io ci sono rimasto sino al 1973, quando avevo dieci anni. Poi siamo tornati a Trevignano, nel Trevigiano, dove la mia famiglia ha le sue radici», aveva raccontato nella sua prima intervista da allenatore granata, il 12 luglio 2015. In più si sapeva che il suo primo lavoro, ai tempi, era quello di promotore finanziario ed era anche questa un’anomalia non da poco. Eppure, Venturato, che poi si è concentrato interamente sul calcio, ha impiegato poco tempo a convincere tutti.

E adesso che la sua avventura con il Citta sta per chiudersi, avendo lui ufficiosamente comunicato alla società che non intende proseguire il rapporto pur avendo ancora un altro anno di contratto, nessuno potrà mai cancellare quello che è stato. Per questo è auspicabile che prima o poi arrivi un suo saluto, in cui spieghi le ragioni dell’addio. Intanto, i numeri parlano per lui: 270 le partite sulla panchina del Citta (230 in campionato, 15 ai playoff e 25 nelle varie coppe nazionali), 123 quelle vinte, con 66 pareggi e 81 ko.

Nella stagione 2015-2016 stravinse il campionato di Serie C (allora si chiamava Lega Pro) stabilendo il record di vittorie consecutive, ben 11, e riportando subito i colori granata fra i cadetti. E l’anno dopo, quando in molti dicevano “sì vabbè, ma la B è un’altra cosa”, ripartì con il Citta capace di infilare cinque successi di fila e di chiudere ai playoff, trascinato dai gol di Litteri, con un promettente Kouamé che già mostrava il suo talento e con capitan Iori a fare da allenatore in campo. A quella sono seguite altre quattro qualificazioni, col bel gioco a sposarsi ai risultati. Nella stagione 2017-2018 arrivò fino alla semifinale, col Citta eliminato dal Frosinone fra mille polemiche per le decisioni arbitrali, e nel campionato successivo si spinse sino all’ultimo atto, con i granata che si fermarono al Bentegodi a 21 minuti dalla Serie A.

Una mazzata da cui altri non si sarebbero ripresi. Il Citta invece si qualificò di nuovo agli spareggi nel campionato successivo. I protagonisti cambiavano, le stelle Paleari e Diaw venivano cedute, eppure era sempre lì a riprovarci. Il resto è storia recente, il nuovo sogno, la finale del Penzo, la delusione tremenda. Il futuro, invece, è nelle mani di quello che è stato il suo più stretto collaboratore in questi sei anni, Edoardo Gorini. Starà a lui scrivere la prossima pagina. —

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