Calcio, boom del vivaio Padova: trenta talenti nei pro. Plusvalenze a 10 milioni

In 12 anni senza A costruito un settore giovanile d’élite: Sabatini, Molon e Simonini i pilastri del miracolo

Stefano Volpe
Giovanni Leoni
Giovanni Leoni

Leoni e i suoi fratelli. E no, non stiamo parlando di Simba ma dello straordinario boom che hanno avuto i giocatori lanciati dal Padova nell'ultimo decennio.

La punta dell'iceberg è rappresentata proprio dal difensore del Parma ma nel complesso sono addirittura una trentina i calciatori allevati in biancoscudato e che militano attualmente nei campionati professionistici. Una cifra impressionante per una società che negli ultimi 12 anni ha disputato solo una stagione in Serie B ma che a livello giovanile si è ormai guadagnata lo status per sedere al tavolo delle grandi.

Il più richiesto

Chi è, in questo momento, il calciatore italiano più richiesto sul mercato? Proprio Giovanni Leoni e fa impressione pensare che appena due anni fa stentava a trovare spazio nel Padova in Serie C. Difensore centrale, si è messo in luce nella Primavera biancoscudata prima di essere ceduto in prestito con diritto di riscatto alla Sampdoria a gennaio 2024.

Da lì è iniziata la sua scalata, che l'ha portato a esordire e segnare addirittura in Serie A con il Parma, fruttando al Padova una buona plusvalenza da due milioni di euro. Bruscolini, pensando che adesso la società ducale non è intenzionata ad ascoltare offerte inferiori ai 25 milioni di euro per il suo gioiello, su cui hanno messo gli occhi Inter, Milan e Juventus.

Gli altri 

L'altro padovano in Serie A è Giovanni Fabbian (attualmente impegnato con l'Under 21 agli Europei) e la prossima stagione sarà raggiunto da Pieragnolo, Moro e Lovato, protagonisti nel Sassuolo vincitore dell'ultima Serie B. Proprio questi ultimi due, assieme a Leoni e Vasic, hanno garantito al Padova di Oughourlian oltre 10 milioni di euro di plusvalenze negli ultimi 5 anni.

Una cifra mai raggiunta prima dai club di Serie C. Poi c'è anche il rovescio della medaglia, vale a dire i giocatori lasciati liberi dal Padova e che sono emersi altrove. Come i difensori Eddy Cabianca, nell'ultima stagione alla Feralpi Salò ma di proprietà della Cremonese, e Marco Ruggero, che dopo una grande stagione alla Juve Stabia potrebbe sbarcare a Palermo.

L'analisi 

Ma come è stata possibile questa esplosione di talenti in una società che appena 11 anni fa, dopo la ripartenza dalla Serie D, aveva assistito alla diaspora di tutti i suoi giocatori migliori? Il responsabile del vivaio dell'epoca, Giorgio Molon, riuscì a rimettere insieme i cocci e far ripartire la macchina organizzativa, valorizzata negli ultimi sei anni da Carlo Sabatini. In mezzo c'è stato Fulvio Simonini, che ha guidato il vivaio dal 2017 al 2019.

«Padova ha sempre avuto una grande tradizione, ma ultimamente si è sviluppata una filosofia eccellente per quanto riguarda l'attività di base», analizza l'ex centravanti.

«I tecnici biancoscudati sanno selezionare i migliori bambini del territorio e li fanno crescere nel modo giusto. Fino ai 14 anni il Padova può competere con tutte le grandi, poi fa fatica ma non per colpa sua. Le leggi continuano a penalizzare le piccole società, a vantaggio delle big che saccheggiano i vivai minori, portandosi a casa i migliori talenti dai 14 anni in su». Può cambiare qualcosa con la promozione in Serie B? «Di sicuro qualche giovane in più sarà invogliato a restare a Padova, ma la potenza economica delle grandi piazze continuerà a farsi sentire». Un giocatore uscito dal vivaio biancoscudato che l'ha sorpresa e un altro che era certo che sarebbe arrivato in alto? «Mi ha sorpreso Leoni, l'ho conosciuto che era poco più di un bambino ma ha avuto un progresso eccezionale. Non mi sorprende Ruggero. Ero sicuro che avrebbe fatto grandi cose e mi sono stupito a vederlo ripartire dalla Serie D».

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