Wilkinson apre alla fisica quantistica Mar del Plata, Il rugby desaparecido nell’ultimo romanzo di Claudio Fava
Il rugby passa la palla alla narrativa che da tempo lo sta inseguendo nella sua ascesa. Da poco in libreria entrambi per i tipi di Add editore (dove la A sta per Andrea Agnelli e una D è Deleo dei Subsonica), sono usciti due libri sul rugby molto diversi. Un romanzo: “Mar Del Plata” di Claudio Fava (127 pagg. 13 euro); il secondo è un dialogo fra sport e fisica: “Rugby quantistico” (94 pagg. 7 euro) di Jonny Wilkinson con Ètienne Klein e Jean Iliopoulos e nella traduzione di Massimo Calandri (inviato di Repubblica). Il resoconto di una tavola rotonda che ha visto confrontarsi l’apertura del Tolone con Klein che al Cern ha partecipato all’individuazione del Bosone di Higgs e Iliopoulos che teorizzò l’esistenza del Quark Charm. Due ignari del rugby a cui Jonny racconta il suo amore per la fisica, l’ossessione dei suoi allenamenti, mentre loro paragonano le varianti del gioco alle difficoltà di una scienza dove spazio tempo dimensioni non sono tradizionalmente misurabili ma spesso teorizzati o intuiti. Spassoso. Ma torniamo a Fava, conosciuto per la lotta contro ogni mafia, e qui impegnato a romanzare una storia vera di quasi 40 anni fa successa al club Plata, una piazza rugbistica argentina a 60 km da Buenos Aires. Fava sposta l’azione a Mar Del Plata, la città costiera sul noto Rio e cambia i nomi dei protagonisti fra cui quello di Raul il sopravissuto, l’Io narrante. Nella realtà la mattanza durò tre anni e si inserisce nel dramma dei desaparecidos che il mondo intero non volle vedere mandando nel 1978 le proprie nazionali di calcio a giocare il Mundial celebrazione di Videla e soci. Tutto inizia dal minuto di silenzio in campo per Javier Moretti, il primo compagno rapito da casa e rinvenuto morto. Quel minuto si espande spontaneamente sino a 10 (come avvenuto nella realtà) e il pubblico dietro. Questo è l’atto di sfida che il regime non consente e che causa la decimazione della squadra: uno alla volta, finché alla fine del campionato si faranno entrare i ragazzini di 16 anni per finire e vincere. Una sorte a cui il gruppo non si sottrae votando con i bigliettini dentro una coppa in spogliatoio: andare in Francia a giocare o restare. Qualche debolezza nella conoscenza del gioco ma Fava centra l’ambiente, gli odori di sifcamina e gli umori del rugby e racconta una storia intensa. (f.z.)
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