Zaninello, dopo la serie A ecco la sabbia «Così ci divertiamo e facciamo del bene»

Martina Masiero / PADOVA
E’ stata una giocatrice in serie A2 di pallavolo e nel 2017 ha preso il brevetto di coach di beach volley: è Cinzia Zaninello, 41enne di Vigonza, originaria di Udine.
«Quando da bambina ho visto il cartone animato Mila e Shiro, ho deciso di fare il volley», ricorda. In carriera ha giocato in serie A, ha studiato Scienze Motorie all’Università, è finita vivere nel Veneto dopo aver giocato con le squadre di Ariano Polesine e Cittadella (dove ha conquistato la serie B1).
«Nel 2016 ero stanca di giocare come professionista e desideravo avere nuovi stimoli perciò mi sono avvicinata al mondo del Beach Volley. Nel 2017 ho preso il brevetto da coach, e dal 2018 ho iniziato la mia carriera con Spazio 21 a Padova dove alleno e mi alleno», racconta .
Attualmente Cinzia Zaninello è allenatrice di beach volley, e mamma a tempo pieno; cura un blog personale nato con lo scopo di far conoscere il beach volley e fare anche iniziative sociali.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
«Sto lavorando per la Bibione Beach Volley Marathon di maggio. Aspettiamo che la Fipav riconosca l’evento a tutti gli effetti. Inoltre ho un nuovo progetto in campo solidale».
Ce ne parli?
«Regalare sorrisi ai bambini del mondo: è questo il motto di “Scappati di casa”, il gruppo di amici che si muove nel sociale capitanato da me e da Marco Abbiati. Il gruppo è nato inizialmente come fondo cassa amici del beach volley per poter spendere quei soldi banalmente in bevute durante la Beach Volley Marathon di Bibione. Ma poi, nel 2017, abbiamo deciso che potevamo fare qualcosa di meglio: raccogliere fondi a favore de “I bambini di Davide”, una Onlus nata per proseguire il progetto sociale iniziato da un giovane di Villa del Conte mancato prematuramente a seguito di un incidente stradale. Davide voleva aiutare economicamente i bambini Indiani. Ricordo che durante una partita, una mia amica mi fece indossare una canotta di quella Onlus e l’idea mi piacque così tanto che poi ho deciso di ideare io stessa un capo di abbigliamento che potesse essere venduto per devolverepoi il ricavato in beneficenza».
Nascono così i capi sportivi che vendete?
«Sì, insieme al gruppo “Scappati di casa” abbiamo disegnato uno short per giocare a beach volley. Nel corso delle partite dei tornei ma anche in spiaggia dove giochiamo è diventata il simbolo di questo sport».
Riuscite a venderne molte?
«Abbiamo prodotto circa 420 pantaloncini venduti con offerta minima di 15 euro: il totale devoluto, tolte le spese, è stato di circa 3000 euro. Una bella soddisfazione poter contribuire nel mondo sociale. Così nel 2018 gli “Scappati di casa” si sono fatti in tre aggiungendo alla onlus “I bambini di Davide” altre due associazioni da aiutare: “San Genesio per Chernobyl” che organizza vacanze estive per i bambini colpiti dal disastro nucleare e “Occhi Azzurri” che realizza un centro estivo per tutti i bambini affetti da malformazioni genetiche. Abbiamo ricavato anche in quell’occasione circa 3000 euro. E così andiamo avanti».
Farete qualcosa anche quest’anno?
«Per il 2021 vogliamo superare i numeri della nostra raccolta fondi: stiamo studiando un nuovo pantaloncino che dovrebbe essere pronto per maggio. La nuova Onlus che vorremmo aiutare si chiama “I bambini della Luna” un’associazione che si occupa dei bambini affetti da Xeroderma Pigmentosum, una rara malattia genetica che impedisce di esporsi alla luce solare. Per promuovere l’iniziativa abbiamo fatto delle locandine per i social; durante i tornei gli speaker o mi chiamano per pubblicizzare la campagna sociale.
Perchè proprio le associazioni per i bambini?
«Perchè diciamocelo, conoscete un solo beacher che non si sciolga davanti ad un sorriso sdentato di un bimbo? Tutti, anche i più muscolosi!». —
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