Francesco Moser affida le sue etichette all’artista Paolo Tait e brinda davanti alla bici dello storico record dell’ora

Incontro con con l’ex campione di ciclismo nella sua cantina di Gardolo, sopra Trento: “In cantina, come sui pedali, la passione e il sacrificio fanno la differenza”

“In cantina, come sui pedali, la passione e il sacrificio fanno la differenza”. Un autografo con dedica di Francesco Moser, a quasi mezzo secolo dal primo! Stavolta firmato a casa sua… E chi l’avrebbe mai sperato allora, in quel lontano 1974, quando per ottenerlo dovetti affrontare la concorrenza di un capannello di ragazzini all’Hotel Beatrice di Este. Io, all’epoca, fresco reduce da una stagione (poco brillante, per la verità…) fra gli Esordienti con il Gs Pilastro Este…

Un bel suggello l’autografo alla visita alla cantina Moser, a Gardolo di Trento, per la presentazione della collezione Warth, la linea di vini fermi con la nuova etichetta creata dall’artista Paolo Tait.

L’occasione giusta per assaggiare il Teroldego Rubro, riserva che costituisce il top della linea Warth, gli altri vini (compresi i bianchi Riesling e Gewürztraminer), ma anche per visitare il museo personale di Francesco, dove poi le emozioni tracimano. Una galleria di straordinarie memorabilia che vanno dalla bici del record dell’ora (il 51,151 km/ora rimasto imbattuto per anni e stabilito a Città del Messico il 23 gennaio 1984) alle varie maglie rosa, gialle, iridate… Trofei e ricordi: tutto davanti agli occhi, da mirare, persino da toccare se si volesse! E poi la pietra di pavé che spetta al vincitore della mitica Parigi - Roubaix e che Moser ha portato a casa tre volte. Tanta roba… Roba che fa strizzare il cuore.

Protagonisti della giornata, naturalmente, anche i vini. Passione che in casa Moser è vissuta da generazioni. Prima di Checco, erano stati i fratelli Aldo e Diego a farsi conquistare dal lavoro in vigneto e in cantina.

“I vini Warth sono l’espressione più sincera di questa nostra terra - ha spiegato Carlo Moser, uno dei tre figli del campione - Una terra che va dai ripidi terrazzamenti della Val di Cembra (dove sorge Palù di Giovo, il paese natale dei Moser, anche di Diego e Aldo, pure loro ciclisti-contadini), alle dolci colline affacciate su Trento”. Terre comunque spettacolari, che l’uomo ha saputo domare con il suo paziente lavoro.

Interessante, accanto ai vari Teroldego, anche il Moscato giallo, il vino che un tempo impazzava nelle osterie trentine per l’aperitivo…

I vini di Moser rientrano nelle denominazioni Trento Doc e Vini delle Dolomiti Igt. I Warth in particolare sono i vini fermi, la linea che che completa la gamma con i profumi del territorio. Mentre mi 51,151 sono gli spuntanti metodo classico: c’è pure una versione rosé. L’enologi che segue la cantina è Matteo Moser, il nipote di Checco. Mentre Carlo, il figlio del campione, segue la parte commerciale e di comunicazione.

Alla fine della intensa giornata passata fra calici e pedali, degustazioni e trofei, Francesco ci regala i suoi cachi da agricoltura biologica, poi inforca la bici (quella nuova, a pedalata assistita che produce lui con un artigiano locale) e raggiunge velocemente la parte bassa del maso, dove c’è la cantina… A Maso Warth propone anche ospitalità e i clienti talvolta li segue lui, sdoppiandosi se necessario. Lo fa con l’agilità e la passione di sempre. 71 anni, i suoi, portati splendidamente

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