A Camposampiero l’innesto del primo microchip salvacuore

Dopo due interventi a Torino, approda nel Veneto l’innovativa tecnologia per controllare le funzioni cardiache
Di Giusy Andreoli

CAMPOSAMPIERO. Si effettua oggi all’ospedale “Pietro Cosma” il primo impianto sotto pelle in Veneto di un microchip elettronico made in Usa che permette di monitorare per 3 anni il cuore e tutte le sue funzioni inviando direttamente i dati dell’elettrocardiogramma. Si tratta di un innovativo sistema che ha ottenuto da poco l’autorizzazione Ce alla commercializzazione in Europa. La particolarità del Reveal Linq, così è chiamato il micro monitor cardiaco progettato dall’azienda di sistemi biomedicali Medtronic, è la sua dimensione: è molto più piccolo di una pila ministilo e pesa appena 3 grammi. Per fare un confronto con il monitor della precedente generazione, basti pensare che è più piccolo dell’87% e ha il 20% di memoria in più. Per le sue minuscole dimensioni il nuovo microchip viene iniettato sottocute con una speciale siringa attraverso un’incisione inferiore a un centimetro, che viene praticata nella parte pettorale sinistra. Un’operazione di pochi minuti, che si esegue con una leggera anestesia e senza ricovero. Una volta impiantato, il micro sensore avvia la grande e importantissima funzione di monitorare a 360 gradi il cuore trasmettendo a distanza, attraverso la telemedicina, i dati al cardiologo.

Reveal Linq non soltanto registra i battiti come avverrebbe in un reparto ospedaliero, ma è anche in grado di diagnosticare le patologie più difficili da riconoscere e pericolose, quali la sincope e la fibrillazione atriale, quest’ultima causa di un terzo degli ictus. Inoltre supporta il cardiologo nel valutare l’efficacia della terapia farmacologica o gli interventi da effettuare..

Altro aspetto da non sottovalutare è il fatto che il paziente impiantato può svolgere quotidianamente le proprie attività con un minore impegno di quanto ne impone la metodica diagnostica attuale, il metodo Holter. Il quale monitora solo poche ore nell’arco di un anno, aumentando il rischio della patologia, richiede tempi lunghi e qualche precauzione, l’applicazione di elettrodi e un apparecchio portatile. Il nuovo sistema comprende anche il nuovo monitor esterno di telemedicina che viene posizionato nell’abitazione del paziente e ha la funzione di trasmettere i dati all’ospedale mediante la tecnologia cellulare per la telefonia mobile. L’impianto di Camposampiero, il primo nel Veneto eseguito su una paziente dell’Alta, segue i due già effettuati alle Molinette di Torino.

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