A processo la banda che svuotava i conti correnti

MONTAGNANA. Avevano investito quasi 60 mila euro in tecnologia per una maxi-operazione fraudolenta mirata a svuotare i conti correnti di decine di utenti. A sventare il piano, ormai quattro anni fa, ci pensò la Guardia di finanza che intercettò la banda nell’ambito dell’operazione “Jet lag”. A metà settimana la banda delle carte clonate è finita in aula, davanti al giudice vicentino Cristina Arban e al pubblico ministero Giovanni Parolin per rispondere di quanto commesso. Sono stati rinviati a giudizio Simone Crivellaro, 44 anni di Montagnana; Michele Schioppetto, 49 di Noventa Vicentina; Giorgio Di Fusco, 61 di Pianiga; Diego Scaramuzza, 60 di Marghera. Fabio Maritan, 50 anni, trevigiano di Silea, ha invece deciso di chiudere subito il conto con la giustizia, patteggiato una pena 6 mesi di reclusione e 250 euro di multa (in precedenza concordata con il pubblico ministero). La banda, prima che le fiamme gialle riuscissero a intercettare telefonicamente il quintetto, stava preparando un colpo in grande stile e per farlo aveva investito 59 mila euro in apparecchiature tecnologiche. Il gruppo mirava a recuperare centinaia di dati segreti di carte di credito per svuotare i conti correnti e far confluire i guadagni all’estero. I cinque, pur con ruoli diversi, si sarebbero resi disponibili a fornire dei Pos, quelli delle loro attività, alla gang, che li usava per svuotare i conti collegati alle carte clonate con degli acquisti o delle spese simulate. Evidentemente qualcuno di loro era molto preparato tecnlogicamente. Le transazioni contestate sarebbero state compiute fra Noventa, Treviso, Bologna, Sottomarina e Chioggia. (n.c.)
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