A scuola le gemelle siamesi divise dal prof “padovano”

Per Rosie e Ruby oggi è il primo giorno di scuola. Le due gemelline, che abitano a Londra e non vedono l’ora di conoscere maestri e nuovi compagni, ieri si sono fatte fotografare da mamma e papà nel loro nuovissimo grembiule bianco e azzurro, sorridenti e tenendosi “a manina”. Sarebbe una storia come tante, da album di famiglia, se non fosse che Rosie e Ruby, appena quattro anni fa, erano due gemelle siamesi grandi poco più di una mano aperta, avevano l’addome e un tratto di intestino in comune, e al momento di entrare in sala operatoria i medici davano loro un 25 per cento di possibilità di salvezza. Di immaginare un futuro a scuola, neanche a parlarne. Poteva finire male, è finita con le foto e i sorrisi e la loro è diventata una bella favola, grazie allo staff del Great Ormond Street Hospital di Londra, il centro di riferimento per la chirurgia pediatrica in cui sono state operate. Centro che parla italiano: il primario del reparto che ha salvato la vita alle gemelline inglesi è il chirurgo Paolo De Coppi, 44 anni, originario di Santa Lucia di Piave ed ex liceale del Marconi di Conegliano, prima di una folgorante carriera all’Università di Padova, dove ha mosso i primi passi nella Scuola di Chirurgia Pediatrica dell'Università, e all’estero, in particolare Amsterdam, Boston e Londra, dove si è specializzato nella chirurgia pediatrica e nella ricerca delle cellule staminali.
Se Rosie e Ruby oggi hanno un grembiule, un diario, e tanti sogni nel cassetto, quindi, il merito è dell’équipe medica guidata da De Coppi. Che non è un “angelo custode”, ma un luminare capace di regalare una nuova vita alle due gemelline dopo anni di studi, ricerca, esperienza.
«Quando abbiamo saputo che avrebbero iniziato la scuola in questo mese di settembre ci siamo emozionati» ha raccontato ieri De Coppi «è sempre una gioia assistere ai progressi di tutti i nostri pazienti, sapere che raggiungono una dopo l’altra le loro varie mete rende il nostro lavoro più appagante. Negli ultimi trent’anni abbiamo operato 27 coppie di gemelli siamesi».
Il caso di Rosie e Ruby, che si verifica in media ogni 200 mila nascite, è stato tra i più complicati. I loro genitori, Angela e Daniel Formosa, temevano di non vederle più uscire da quella sala operatoria in cui erano entrate il 27 luglio 2012, dodici settimane dopo la loro nascita. «Quattro anni fa non avrei mai pensato che questo momento sarebbe arrivato» ha raccontato commossa la mamma «nemmeno mentre ero incinta avevo mai pensato che avrei visto il loro primo giorno di scuola. Devo solo ringraziare lo staff dell’ospedale. Sono stati loro anche a scoprire che le due bambine erano unite, alla sedicesima settimana di gravidanza. Mi si spezzò il cuore, era lo scenario più pericoloso. Ero davvero spaventata, affranta: prima avevo paura che non riuscissero a sopravvivere alla gravidanza, poi che non superassero la nascita, poi che non ce la facessero durante l’operazione. Quell’intervento per me è durato un milione di anni». E invece, in quella sala operatoria del Great Ormond, sotto i ferri del team di De Coppi, Rosie e Ruby sono nate una seconda volta. Da allora il luminare veneto ha continuato a mietere successi e a riscuotere consensi internazionali. Le sue ricerche sulle staminali potrebbero cambiare la storia della medicina, e in parte lo hanno già fatto. Le due piccole, intanto, sono cresciute sane e forti. E bellissime. Oggi raggiungeranno, a scuola, la sorella maggiore, Lily. Divise, nel fisico, inseparabili, nell’animo. La mamma giura che si assomigliano: «Tutte e due testarde e determinate. Ma quello lo avevo capito subito, già quando erano nella pancia, dalla grinta con cui continuavano a crescere, e a sopravvivere».
Andrea De Polo
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova








