A Simonato il premio Cappochin
La “Corte del Commiato” a Megliadino S. Vitale miglior opera regionale

MONSELICE. “La Corte del Commiato” dell’architetto Mirco Simonato, dell’omonimo studio di architettura con sede in via Roma, ha vinto il Premio internazionale Barbara Cappochin quale migliore opera regionale ed è stata selezionata tra le 40 migliori opere a livello internazionale. Il progetto, completato due anni fa, è il frutto di un connubio tra un concorso di architettura e la realizzazione di un’opera pubblica. Nel 2011 l’amministrazione di Megliadino San Vitale, che aveva in programma la sistemazione e l’ampliamento del cimitero, ha scelto di invitare a una gara gli studi distintisi in altri concorsi. A vincere è stato il progetto dello studio monselicense che oltre a programmare l’ampliamento del cimitero, ha posto rimedio al disagio subito dai cortei funebri, costretti a percorrere la provinciale. Il nuovo ingresso, spostato a sud, si raggiunge con un percorso immerso nel paesaggio agreste: elemento ordinatore del cimitero, cinto da mura che si ispirano a quelle delle ville venete e delle proprietà benedettine, diventa ora la Corte del Commiato, uno spazio destinato alla cerimonia dell’ultimo saluto che lo studio ha saputo dotare di un’atmosfera surreale che riporta, come scrive il giudizio della giuria, all’idea di morte, al silenzio e alla riflessione. Questo ambiente, consono alla preghiera e alla meditazione (vi sono panche ombreggiate da alberi), racchiude manufatti tra cui tombe di famiglia che richiamano l’archetipica capanna, dalle forme essenziali, con finiture bianche. L’architetto Mirco Simonato è orgoglioso del riconoscimento perché premia l’impegno che da sempre caratterizza lo studio nei concorsi di architettura e nelle opere pubbliche. Simonato, laureato nel 1986 alla Iuav, è un architetto ben radicato nel territorio: oltre ad essere stato membro del Comitato tecnico scientifico del Parco dei Colli Euganei, fa parte delle commissioni edilizie di diversi Comuni .
(c. b.)
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