A Verona il Museo degli Affreschi

Apre al pubblico da domenica a Verona il Museo degli Affreschi Cavalcaselle alla Tomba di Giulietta, con una nuova sezione espositiva e l’ala sud completamente rinnovata. Ampliato nel suo percorso, il nuovo museo integra la grande raccolta di affreschi, già presenti dal 1973, con importanti opere del Medioevo e del Rinascimento veronese realizzate sempre con la tecnica “a fresco”.
Sede del complesso museale è l’ex convento di San Francesco al Corso che accoglie, oltre alla Tomba di Giulietta. Il nuovo ordinamento vede nel chiostro, ad accogliere il visitatore, sei statue, rappresentanti le Virtù e le città di Verona e Vicenza, provenienti dal recinto delle Arche Scaligere riunite a creare un ideale dialogo con i pezzi trecenteschi esposti nelle sale superiori del museo. Da qui, lungo un percorso cronologico, si snoda un viaggio attraverso i secoli nella città dipinta. Partendo dall’anno Mille, in un suggestivo piccolo ambiente che rievoca il sacello scarpiano del Museo di Castelvecchio, sono esposti frammenti lapidei e architettonici, iscrizioni, capitelli, mensole e patere di grande valore storico e decorativo, provenienti da edifici religiosi distrutti (la chiesa di San Daniele e quella di Tombazosana) coevi al ciclo affrescato della grotta di San Nazaro. Ancora, i gli imponenti sottarchi con ritratti di imperatori romani, provenienti dal Palazzo scaligero di Cansignorio affrescati da Altichiero a partire dal 1364 e staccati nel 1967, una monumentale Crocifissione e affreschi trecenteschi provenienti dal chiostro di Santa Eufemia, dalla chiesa di Santa Felicita e da altre chiese veronesi, il lungo fregio continuo affrescato da Jacopo Ligozzi e bottega (1547-1627) per una sala di Palazzo Fumanelli, raffigurante la Cavalcata di Carlo V e Clemente VII in Bologna nel 1530, staccato e donato ai musei civici veronesi alla fine dell’Ottocento. Da questo punto in avanti il percorso museale si connette con quello esistente, continuando il racconto della città dipinta.
Il nuovo allestimento è stato curato da Paola Marini, ed è di fatto la sua ultima opera per Verona; a breve inizierà il suo nuovo lavoro di super direttore all’Accademia di Venezia.
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