Abano, cliente pretende di bere ancora: torna al bar brandendo un machete

L’episodio al Cuba Cafè di via Nazioni unite. Il gestore del locale: «È arrivato a notte inoltrata, ubriaco fradicio. Ho dovuto chiamare i carabinieri»

Federico Franchin
Il Cafè di via Nazioni unite ad Abano
Il Cafè di via Nazioni unite ad Abano

Costretto a barricarsi dentro al suo bar per non essere colpito da un avventore arrivato con un machete in mano. Ramon, titolare del Cuba Cafè di via Nazioni Unite, ad Abano, non ne può più e qualche giorno fa se l’è vista davvero brutta.

«Sono stato minacciato da un cliente, sulla ventina d’anni, di origini nordafricane, che pretendeva che io gli dessi da bere», racconta Ramon.

«E’ arrivato a notte inoltrata già ubriaco fradicio e io mi sono rifiutato di servire a questa persona ancora alcolici. Lui non l’ha presa bene, tanto che ha tirato fuori un machete per scagliarsi contro di me. Fortunatamente sono riusciti a chiudermi dentro al locale e quindi non è entrato». Il giovane è andato in escandescenza.

«E’ andato verso la strada, a petto nudo, e con un’ira mai vista ha cominciato ad urlare e ad inveire contro tutti. Ha alzato in aria il machete ed è andato avanti per molto tempo».

Il titolare ha allora deciso di chiamare immediatamente i carabinieri. «Non è la prima volta che lo faccio, soprattutto con questo ragazzo. Era già capitato cinque mesi fa che giungesse davanti al locale con un machete.

E’ un giovane noto alle forze dell’ordine. Risiede a Selvazzano Dentro, dove ha anche distrutto di recente un bar, ed è l’incubo dei locali di Abano e del territorio. Mi auguro che si riesca ad allontanarlo, perché non si può più lavorare con insidie di questo genere».

C’è un clima teso da molto tempo in via Nazioni Unite. «Ci sono dei giovani, di età compresa tra i 18 e i 20 anni, che vengono da me, totalmente brilli, e che con cattiveria pretendono che io serva loro ancora da bere. Io mi rifiuto e loro scendono in strada, urlando e provocando il terrore anche tra i residenti.

Io sono costretto ad un certo punto a chiudermi dentro al bar fino alle 5 del mattino. In due anni avrò chiesto l’intervento dei carabinieri almeno una ventina di volte. Mi hanno rotto sedie, tavolini e mi hanno anche infranto il vetro del bar con una pietra. Non ne posso più, ho paura, voglio lavorare sereno».

Intanto tra i residenti monta la protesta e la preoccupazione. «Siamo esasperati - dicono - non si riesce più a vivere sereni. Veniamo quasi ogni notte svegliati da queste persone, che inveiscono e urlano con cattiveria contro chiunque. L’episodio del machete poi ci ha toccati tutti».

«Sono scene di pericolo che non vorremmo mai vedere in una città storicamente tranquilla come Abano - aggiungono - speriamo che si riesca a trovare una soluzione, anche perché sono a rischio pure le auto parcheggiate in strada.

Ora non sappiamo di chi siano le responsabilità, ma di certo vedere gente a petto nudo che dà di matto per bere sono scene bruttissime alle quali assistere anche per i nostri figli».

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