Acqua di rubinetto promossa a pieni voti

È buona, è pulita ma è soprattutto sana, garantita al cento per cento. L’acqua che arriva nelle case dei padovani e dei residenti di altri undici comuni, per lo più del Piovese – per un totale di 300 mila persone – si è conquistata ancora una volta il marchio di qualità, superando in un anno (il 2015) circa 30 mila analisi, tutte a pieni voti. È oligominerale, e si sapeva, e soprattutto continua a essere sicura. Il che non si può mai (più) dare per scontato, in un periodo che è ancora segnato dall’allarme per la contaminazione da Pfas che ha messo tolto il sonno agli abitanti di tre province, compresa la nostra.
“In buone acque”.. L’ottavo report del gruppo Hera, che rendiconta la qualità dell’acqua potabile nella fetta di provincia servito dalla rete di AcegasApsAmga, poggia sulla solida base di 84 analisi al giorno, effettuate in accordo con l’Usl 16 di Padova ed eseguite secondo le indicazioni della legge. Ogni prelievo porta a un controllo della potabilità e del rispetto delle concentrazioni massime ammissibili. I risultati (disponibili sul sito web acegasapsamga.it) sono confortanti, perché gli esami sono stati superati al cento per cento. L’acqua, caratterizzata da una media-bassa durezza - è microbiologicamente pura e ha un paio di qualità fondamentali: può avere effetti diuretici ed è indicata per le diete povere di sodio. Per ogni mese, il report offre dati dettagliati delle analisi.
I numeri. La rete acquedottistica di AcegasApsAmga è lunga 2.381 km e serve 300.684 cittadini. Nel 2015 ha “consegnato” 41,8 milioni di metri cubi d’acqua, provenienti per il 93 per cento da falda (Villaverla e Saviabona). È una rete efficiente, ma il gruppo non si accontenta e continua a potenziarla. Nel 2015, in particolare, sono stati investiti 29 milioni di euro. Il cantiere più importante è quello che serve a migliorare l’efficienza depurativa dell’impianto del depuratore di Ca’ Nordio. I lavori si concluderanno entro il 2017. Considerando gli interventi finanziati da terzi, nel territorio servito da Hera - che riguarda però anche altri ambiti - nel 2015 sono stati effettuati lavori per 149,5 milioni di euro, ossia 41 euro per ogni abitante, rispetto a una media italiana di 28 euro (e ai 130 euro pro capite della Danimarca, i 100 del Regno Unito, i 90 della Francia).
Troppe bottiglie. L’acqua è buona ed è anche economica. Ma in Italia il consumo di quella in bottiglia resta su livelli altissimi, 201 litri a persona. Il guaio è che solo il 38 per cento della plastica viene riciclato correttamente, per cui ai costi del consumo - trasporto in primis - si aggiunge l’impatto ambientale. Eppure l’acqua della rete è immediatamente disponibile, è più comoda, evita il trasporto delle bottiglie a livello industriale e il loro smaltimento. Lo ha capito, per ora, il 35 per cento degli abitanti serviti dalla rete, che ha abbandonato l’acquisto delle bottiglie di plastica, tagliandone il consumo di ben 245 milioni di unità. L’impegno dell’azienda nella diffusione dell’acqua di rete ha avuto una spinta ulteriore nel 2015 grazie alla partnership con la multiutility ZeroImpactEvent che ha installato distributori d’acqua di rete gratuita in occasione di tanti eventi sportivi. Nell’area di Padova, inoltre, sono state messe a disposizione dei cittadini cinque sorgenti urbane: alla Guizza, a Mortise, ad Abano (due, una a Giarre e una all’Alì) e a Legnaro, aggiungendosi agli altri erogatori pubblici che nel 2015 hanno fornito 27 milioni di litri, l’equivalente di 14 milioni di bottiglie. Anche l’ambiente brinda al risultato.
Cristiano Cadoni
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